Fondi, rivoluzione Fidelity

Il gigante Usa dei fondi comuni Fidelity Investments, celebre per la sua attività di star stock picker (investitore che seleziona le singole migliori azioni di società da detenere in portafoglio attraverso lo studio accurato di bilanci e storie societarie), sta valutando di cambiare il processo di investimento che ha reso famosi i suoi manager, secondo un esteso reportage del Wall Street Journal.

I cambiamenti presi in considerazione da Fidelity sono stati indotti da una revisione di un consulente esterno (che ha analizzato i comportamenti, dal tardo 2017, all’interno dell’unità di stock picking della società) e giungono in seguito a reportage dello stesso Wsj su reclami per molestie sessuali e altri casi di cattiva condotta in azienda. Se resi esecutivi, i mutamenti segnerebbero una ristrutturazione considerevole del redditizio business di Fidelity dello stock picking. I cambiamenti potrebbero evidenziare la fine di un’era che ha creato stelle della gestione come Peter Lynch William Danoff, che hanno aiutato gli asset in gestione della società a crescere fino a 2.400 miliardi di dollari (circa 1.951,7 miliardi di euro) e a rendere miliardaria la famiglia Johnson, che ha fondato Fidelity.

Nelle prossime settimane il senior management di Fidelity, incluso il ceo Abigail Johnson (nella foto), secondo fonti citate dal Wsj, e il senior management dell’azienda potrebbero decidere di accantonare l’approccio di lunga data di Fidelity consistente nell’utilizzo di analisti junior per supportare gestori in capo del fondo (lead fund manager). Fidelity ora starebbe considerando un approccio di squadra utilizzato da società di fondi comuni, come la rivale Wellington Management, che dà agli analisti e ai gestori senior posizioni più equiparabili nella scelta dei titoli.

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