Unit linked, i nodi della doppia vigilanza

Il doppio binario della vigilanza sulle polizze unit linked – che compete a Ivass e Consob – non tutela completamente gli investitori: servono regole chiare e omogenee a livello europeo. Se ne è occupato Plus de Il Sole 24 Ore, che ha messo in evidenza il problema delle polizze unit linked confezionate all’estero, dove i controlli sono più laschi, e commercializzate in Italia. Gli ultimi due casi sono quelli delle polizze Hansard e Dravya Life, ma il problema è a monte: le unit linked, infatti, non sono armonizzate a livello europeo, ogni nazione ha le sue regole. In Italia i limiti agli investimenti, in termini di diversificazione minima richiesta e di tipologia di asset sottostanti, sono molto rigorosi: ad esempio le unit linked di diritto italiano non possono investire in fondi chiusi immobiliari e fondi di private equity. Tuttavia, l’inganno è dietro l’angolo e si chiama “esterovestizione“: riguarda sia i soggetti che in Italia non vengono ritenuti idonei dall’Ivass e vanno all’estero per aprire facilmente una compagnia assicurativa, sia i prodotti confezionati all’estero che vengono venduti in Italia in libera prestazione di servizio. Qualcosa potrebbe cambiare con l’arrivo della direttiva Idd, appena entrata in vigore, ma la speranza di Ivass e Consob è che si rafforzi la cooperazione sul tema tra gli Stati membri e si arrivi a un’armonizzazione delle norme quantomeno sostanziale.

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