Morningstar diventa anche gestore

Non solo analisti ma anche gestori. La società di ricerca indipendente Morningstar si appresta a lanciare in America 9 fondi comuni in house, cioè creati internamente. A dare la notizia è il Financial Times, che riporta anche le dichiarazioni di Kunal Kapoor, chief executive officer della società (nella foto). I prodotti sono il frutto di un processo di autorizzazione che va avanti da 16 mesi e che Morningstar ha inoltrato alla Sec (Security Exchange Commission), la commissione di vigilanza statunitense sui mercati finanziari, cioè la Consob d’Oltreoceano. I prodotti lanciati saranno due azionari, quattro obbligazionari, due multi-asset e un alternativo. Gli strumenti finanziari in arrivo, secondo quanto riporta il Financial Times, saranno comunque gestiti grazie all’advisory di asset manager terzi. La scelta di lanciare i 9 fondi, che non verranno collocati ai risparmiatori privati ma attraverso una rete di 8mila consulenti finanziari, rappresenta senza dubbio un punto di svolta importante per Morningstar che, partendo dagli Stati Uniti, è diventata una vera e propria multinazionale della ricerca e consulenza con 5mila dipendenti e 233mila fondi censiti. La società ha assicurato che non c’è alcuna intenzione da parte sua di entrare in conflitto con gli asset manager presenti nel suo database e che le attività di ricerca saranno rigidamente separate da quelle di gestione. Inoltre i fondi lanciati, a differenza di quelli di gestori terzi, non avranno un rating assegnato dagli analisti della società.

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