Portafoglio, tre regole per ottimizzarlo

Costruire un portafoglio d’investimento ottimizzato può essere davvero facile se si rispettano regole base quali il profilo di rischio – rendimento del cliente, la necessità di affiancare una parte fissa a una mobile e il mantenimento di un’ampia diversificazione. Innanzitutto la corretta definizione del profilo rischio – rendimento deve partire dalla perdita massima che il cliente è disposto a tollerare nei prossimi 5 o 10 anni.

Tenendo presente che la volatilità storica dei mercati azionari globali è del 30%, un portafoglio composto per il 30% da azioni e per il 70% da obbligazioni, preferibilmente con scadenza non superiore ai 5-7 anni, e in euro, difficilmente esporrà il cliente a rischi di oscillazione sfavorevole superiori al 10%. Chi è disposto a sopportare un -20% invece potrà tranquillamente arrivare al 60% di azioni in portafoglio. Il principio fondamentale delle scelte finanziarie deve essere la diversificazione.

Tutto ruota attorno all’alternanza tra parte fissa e mobile. L’80% di ognuna delle due classi di attivo (azioni e obbligazioni), la parte fissa che dovrà essere investita in prodotti diversificati e non movimentati, mentre il 20% potrà essere impiegato in strumenti di nicchia con un orizzonte più di breve termine. La parte mobile, pari al 20% di ognuna delle due classi di attivo, è un polmone da usare per ottimizzare il portafoglio nel breve periodo, rendendolo parzialmente immune dai ribassi. Questo permetterà una minore variabilità dei rendimenti dell’investimento complessivo nelle fasi sfavorevoli.

A cura di Jonathan Figoli

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