BlackRock, sulla rotta giusta per un decennio

Meno di 4mila miliardi di dollari dieci anni fa e più di 6mila miliardi oggi. Basta questo raffronto numerico per avere un’idea del mezzo miracolo compiuto in un decennio da BlackRock, il più grande gruppo di asset management del mondo che è riuscito quasi a raddoppiare le sue masse in gestione tra il 2008, anno della grande crisi finanziaria causata dal fallimento della banca d’affari Lehman Brothers, e i giorni nostri. Oggi BlackRock gestisce appunto asset per oltre 6 trilioni di dollari,  una cifra pari a quasi il doppio del Pil della Germania, pur dovendo fronteggiare l’agguerrita concorrenza della connazionale Vanguard.

UN UOMO AL COMANDO –Dietro a queste performance del colosso statunitense c’è in prima fila un uomo:  Laurence Douglas Fink (nella foto), detto Larry, 66 anni, che di BlackRock è presidente ed stato il fondatore nel lontano 1988, assieme a Keith Anderson e Ralph Schlosstein.  Niente male per uno che poco prima era addirittura disoccupato. L’avventura imprenditoriale di Finck è iniziata infatti poco dopo un suo licenziamento. First Boston, società dove Finck lavorava da 12 anni come trader, gli diede il benservito dopo che il dipartimento da lui diretto perse ben 100 milioni di dollari per una previsione sbagliata sui tassi d’interesse.  Dopo quell’episodio professionale non certo piacevole, Fink decise di mettersi in proprio e dare vita a BlackRock, nata da una scissione del gruppo BlackStone. Dopo aver acquisito nel 2006  Merrill Lynch Investment Managers, con un’operazione che gli ha consentito di raddoppiare gli asset in gestione, nel 2008 BlackRock si è trovata a fronteggiare con le spalle ben larghe la grande crisi finanziaria internazionale, innescata dal fallimento della banca d’affari Lehman Brothers. Come per molte altre aziende del risparmio gestito, anche per BlackRock quel grande crack che mise quasi in in ginocchio il sistema bancario fu invece paradossalmente quasi una manna dal cielo.

ESPANSIONE CON ISHARES –Mentre infatti le autorità monetarie portavano sotto zero i tassi d’interesse spingendo molti investitori a lasciare le cedole sempre più avare dei bond per indirizzarsi sui fondi comuni, Finck cercò di rafforzare ancor più la posizione della sua società.  Nel 2009, proprio approfittando della crisi del sistema bancario, decise di acquistare dall’allora agonizzante gruppo Barclays uno dei suoi gioielli: la controllata Barclays Global Investors che a sua volta conteneva iShares, marchio leader nel mercato degli Exchange traded fund (Etf) i fondi low cost che stanno sottraendo progressivamente terreno ai prodotti del risparmio gestito tradizionali. E così, oltre a essere un grande gestore attivo, BlackRock è oggi anche un big degli Etf. Ora la nuova frontiera del business del gruppo fondato da Finck si chiama Alladin, un software per la gestione del rischio che non serve soltanto internamente all’azienda ma viene venduto anche all’esterno. Per adesso Alladin genera soltanto il 5-7% dei ricavi di BlackRock ma l’obiettivo è di arrivare al 30% entro il 2022. Se il target verrà centrato, la società fondata da Fink avrà dimostrato ancora un volta la sua capacità di adattarsi ai tempi, una qualità che tanta buona sorte gli ha portato dopo il crack di Lehman.

l’articolo stato pubblicato sul numero di settembre del mensile ASSET CLASS

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