Dai Pir una spinta Ipo

Il maxiemendamento del governo contiene diverse novità last minute. Tra queste, come riporta questa mattina MF, ce ne sono di importanti sui Pir, i Piani Individuali di Risparmio introdotti con la manovra 2017 e diventati uno degli strumenti preferiti dalla componente leghista del governo dopo l’innegabile successo registrato fin dal debutto, con una raccolta cumulata di quasi 19 miliardi di euro a settembre 2018.

Le modifiche proposte dal deputato della Lega Giulio Centemero sono state addirittura potenziate, come si legge nei commi aggiunti all’articolo 111 dell’ultima versione del maxi-emendamento, che riguarda i Piani di Risparmio a lungo termine costituiti a decorrere dal 1° gennaio 2019. Resta fissato che in ciascun anno solare di durata del piano, per almeno i due terzi dell’anno stesso, le somme o i valori destinati nel Piano di Risparmio a lungo termine devono essere investiti per almeno il 70% del valore complessivo in strumenti finanziari, anche non negoziati nei mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione, emessi o stipulati con imprese residenti nel territorio dello Stato o in Stati membri dell’Unione Europea o in Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo. Ma di questa quota almeno il 5% del valore complessivo andrà investito in «strumenti finanziari ammessi alle negoziazioni sui sistemi multilaterali di negoziazione», con una precisazione che porta dritta all’Aim: questi strumenti finanziari, infatti, devono essere emessi da piccole e medie imprese.

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