Pir, il grande gelo continua

Lo stato di congelamento sul mercato dei Piani individuali di risparmio (Pir) non lascia la presa. A gennaio la raccolta netta per questo tipo di strumenti era stata di poco inferiore ai 60 milioni di euro. E, scrive La Repubblica, le prime indicazioni per il mese di febbraio “mostrano un’ulteriore frenata”. Assai complicato che si possano raggiungere gli 11 miliardi raccolti in tutto il 2017 e i quasi 4 miliardi del 2018. Per il 2019 si stimavano 2,7 miliardi, ma probabilmente le stime saranno da rivedere al ribasso.

A bloccare la macchina Pir potrebbero avere inciso le nuove norme stabilite nella legge di bilancio 2019, che sanciscono l’obbligo per i gestori di investire il 3,5% del patrimonio in società di venture capital e un altro 3,5% in società quotate all’Aim. Ma, più di tutto, è stata la mancanza dei decreti attuativi. Cioè ancora non si conoscono le regole del gioco per i nuovi Pir e per questo le società per ora non li stanno emettendo.

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