Amundi lancia il fondo che piacerebbe a Greta

Alexander Blein

Arriva in Italia Climate Action, il fondo d’investimento che piacerebbe senz’altro a Greta Thunberg, l’adolescente svedese famosa per il suo attivismo per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. Forse perché Greta s’intende di finanza? No, però questo nuovo fondo azionario globale, con approccio multisettoriale, seleziona le società più avanzate nel fronteggiare i rischi climatici. Lanciato da Cpr Am, società del gruppo Amundi, si chiama CPR Invest Climate Action e sarà gestito da Alexandre Blein e Arnaud du Plessis. “Questo fondo offre agli investitori una soluzione di investimento innovativa per affrontare i rischi finanziari legati al clima”, ha detto Valérie Baudson, ceo di Cpr Am, “La riduzione del riscaldamento globale richiede un’azione collettiva in tutti i settori: privato, pubblico e no-profit. I cambiamenti climatici colpiscono tutte le aree geografiche e settori e riteniamo che le aziende svolgano un ruolo cruciale nel perseguire il raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell’Accordo di Parigi. Prendiamo sul serio il nostro ruolo di investitore responsabile e ci impegniamo a influenzare i comportamenti delle aziende per promuovere cambiamenti ambientali positivi che in ultima analisi generano performance di portafoglio”.

Gli obiettivi del fondo

Arnaud Du Plessis

L’obiettivo di questa nuova strategia tematica è identificare e investire in aziende impegnate a limitare l’impatto del cambiamento climatico, indipendentemente dal settore di appartenenza. I gestori del fondo precisano che “con CPR Invest – Climate Action, cerchiamo soprattutto di investire nelle società più virtuose in termini di transizione energetica, quelle che tengono conto dei rischi climatici nelle proprie strategie e si impegnano a ridurre le proprie emissioni di gas serra (GHG) per limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto di 2 gradi Celsius entro il 2100”. Ha commentato così il lancio del fondo Cinzia Tagliabue, ceo di Amundi Sgr: “Questo fondo coniuga la vocazione di Amundi ad offrire ai propri clienti soluzioni di investimento innovative con il proprio impegno come investitore conscio delle proprie responsabilità nei confronti della società”.

La collaborazione con CDP

Per identificare le società più avanzate in termini di cambiamento climatico, Cpr Am ha stabilito una partnership esclusiva con CDP, un’organizzazione internazionale no-profit (ONG), attore di riferimento per la pubblicazione di dati ambientali divulgati dalle aziende e unico fornitore di tali dati, in conformità con le raccomandazioni della Task Force on Climate-related Disclosures (TCFD) che promuove la ricerca di un equilibrio tra questioni climatiche, strumenti finanziari e risultati economici. CDP detiene il database più completo a livello mondiale di auto-dichiarazioni di dati ambientali, con una copertura di oltre 7.000 aziende nel 2018. “Siamo lieti di collaborare con CPR AM per questo fondo innovativo, specialmente in un momento così critico per il cambiamento climatico a livello globale”, ha commentato Laurent Babikian, director of investor engagement di Cdp Europe, “La trasparenza aziendale sulle questioni ambientali è fondamentale ma queste informazioni devono essere prezzate e integrate dal mercato, per spostare il capitale al ritmo necessario. Il lancio di questo fondo dimostra che le informazioni sulla performance climatica di un’azienda non sono richieste solo dal mercato ma vengono utilizzate anche nelle fasi decisionali del processo d’investimento, in questo caso attraverso la selezione e lo screening delle azioni”.

Questa collaborazione supporta l’impegno di Cpr Am nei confronti di tutte le aziende, indipendentemente dalla loro dimensione o attività, in favore della transizione ecologica. Integrando i dati ambientali di Cdp, Cpr Am potrà valutare la capacità di un’azienda di generare valore economico con una gestione ambientale positiva, due elementi compatibili con gli obiettivi definiti nell’Accordo di Parigi (COP 21). 

L’universo di partenza è costituito dall’indice MSCI World All Countries che copre circa 2.800 azioni. Per costruire il proprio universo investibile collegato alla propria strategia tematica, i gestori applicano tre filtri di esclusione che consentono di identificare le aziende più avanzate in termini di cambiamento climatico:

  • Il primo filtro, basato sui rating di Cdp, mira a escludere le società con rating diversi da A o B (che presentano la più efficace gestione del rischio climatico), consentendo il reinserimento delle società con rating C che hanno adottato un “Science Based Target” ;
  • Il secondo filtro si basa sui rating ottenuti dalle analisi extra-finanziarie di Amundi che hanno l’obiettivo di escludere le aziende con le peggiori pratiche ambientali, sociali e di governance (ESG). Sono escluse tutte le aziende con un rating pari a F o G nel punteggio complessivo o nelle componenti E o G o, infine, in uno dei criteri ambientali;
  • Infine, è previsto un terzo filtro per escludere le società che sono oggetto di controversie ESG.

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