Fondi, tre quarti dei gestori fanno flop

Il 2018 è stato un anno nero per chi gestisce fondi azionari nel nostro Paese: secondo i risultati pubblicati da S&P nella sua relazione semestrale Indices Versus Active Funds, infatti, il 75% dei fondi azionari italiani a gestione attiva ha sottoperformato l’S&P Italy BMI. Il dato scende al 65%, invece, se si considera un orizzonte temporale decennale. I dati si riferiscono all’anno terminato al 31 dicembre 2018. L’alta percentuale di fondi attivi che hanno sottoperformato in Europa è coincisa con le consistenti perdite registrate nei mercati azionari globali verso fine anno (A fine 2018 la perdita dell’S&P Europe 350 in euro è stata del 9,90%).

Secondo la relazione semestrale, i fondi attivi che hanno investito in azioni italiane hanno realizzato un rendimento medio ponderato per gli attivi inferiore dell’1,9% all’S&P Italy BMI su un anno, ma superiore dello 0,9% se annualizzato su dieci anni. Il rendimento medio ponderato per gli attivi indica la performance di un investitore medio e attenua l’influenza dei fondi di minori dimensioni.

Nelle altre parti del mondo, tuttavia, le cose non sono andate molto meglio perché l’86% dei fondi azionari paneuropei a gestione attiva denominati in euro ha sottoperformato l’S&P Europe 350. Mentre, negli Stati Uniti, l’83% dei fondi azionari a gestione attiva denominati in euro ha reso meno dell’S&P 500 nell’arco di un anno. Se parliamo di fondi azionari globali, ben l’87% dei gestori attivi ha sottoperformato il benchmark nell’arco di un anno (l’S&P Global 1200). E, infine, il 79% dei fondi dei mercati emergenti a gestione attiva denominati in euro ha reso meno dell’S&P/IFCI.

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