Habemus Pir 2: il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale

Stavolta ci siamo davvero: il decreto sui nuovi Pir è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Dunque, i fondi comuni di nuova costituzione dovranno investire il 3,5% della raccolta in piccole e medie imprese (quotate e non) e in venture capital. Per accedere all’agevolazione fiscale, la norma prevede che il 70% dei Pir debba essere investito per il 5% in titoli negoziati su sistemi multilaterali e per almeno il 5% in venture capital.

Nel rispetto della normativa europea, le pmi vengono definite come aziende che hanno fino a 250 dipendenti, massimo 50 milioni di euro di fatturato oppure il cui totale di bilancio annuo non superi i 43 milioni. Queste aziende non devono essere quotate su un mercato regolamentato e in tal senso il segmento Aim di Borsa Italiana rispetta i requisiti. E, inoltre, non devono aver ricevuto risorse finanziarie di importo superiore a 15 milioni. Infine, non devono essere operative sul mercato da più di sette anni dalla prima vendita commerciale.

I paletti messi dal decreto, in base a una simulazione fatta da MF-Milano Finanza, garantirebbe di poter investire in circa 70 società dell’Aim, vale a dire nei due terzi del segmento. Il ministero dello Sviluppo economico, comunque, valuterà il funzionamento della norma e si è riservato di poter intervenire in futuro.

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