Pir, la raccolta crolla sotto i colpi della riforma

Dopo la riforma dei Pir, la raccolta attesa precipita in un burrone. Le stime di Intermonte parlano di 20 miliardi di euro di asset in gestione nel 2021, poca roba rispetto ai 68 miliardi sulla tabella di marcia solo 18 mesi fa. Del resto, i dati parlano chiaro: dopo il boom del 2017 quando vennero raccolti 10,9 miliardi, è avvenuto il ridimensionamento del 2018 a quota 4 miliardi e il dato pressoché piatto dei primi mesi di quest’anno. Ragione per cui, Intermonte aggiorna le stime a poco più di un miliardo per quest’anno, 2 miliardi nel 2020 e 2,7 miliardi nel 2021. Il primo quinquennio dei Pir, quindi, si chiuderebbe con masse in gestione di 20 miliardi.

Come sottolinea poi Il Sole 24 Ore, i Pir alla fine si sono rivelati di scarso impatto sulle Pmi italiane quotate. Infatti, gli scambi su questi non sono aumentati e sono ancora afflitti da una grande volatilità. Gli addetti ai lavori, inoltre, hanno più volte manifestato la perplessità sui Pir 2: per alcuni, l’obbligo d’investire il 3,5% in venture capital e un altro 3,5% in Pmi quotate su Aim avrebbe snaturato la natura di un fondo aperto, obbligando i gestori a investire ben il 7% in titoli altamente illiquidi.

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