Asset allocation: dopo il rally è tempo di protezione

Cari consulenti, dopo lo sprint di inizio è state è tempo di correre ai ripari. Ce lo spiega un commento sull’azionario globale a cura di Norman Villamin, CIO Private Banking e Head of Asset Allocation di Union Bancaire Privée (UBP). Buona lettura

A giugno l’azionario si è ripreso rapidamente grazie all’atteggiamento accomodante delle banche centrali. Tuttavia, gli investitori sono rimasti cauti, come testimoniano le indagini sul sentiment ma anche i continui deflussi di capitali dall’asset class.

Negli Stati Uniti, nelle ultime quattro settimane, la dinamica degli utili è tornata in territorio leggermente negativo, in particolare nei settori ciclici e legati alle materie prime. Per quanto riguarda l’Europa, le revisioni degli utili hanno continuato ad essere solo leggermente negative, mentre sono state più preoccupanti in Giappone e nei mercati emergenti.

Nel corso del mese il tasso di crescita degli utili previsto per il 2019 per l’azionario globale è stato leggermente rivisto al ribasso al 4% e continua a mostrare una bassa dispersione, con tassi di crescita compresi tra il 2% per il Giappone e il 5% per gli emergenti. La stagione degli utili negli Stati Uniti è già dietro l’angolo. Mentre la crescita globale è rallentata nel corso del trimestre, il numero di profit warning è rimasto relativamente basso. Inoltre, le aspettative di consenso per una crescita degli utili solo piatta o negativa nei settori ciclici, suggeriscono che le aziende dovrebbero nuovamente battere le stime degli analisti. Il tasso di crescita degli utili dello S&P 500 atteso per l’intero anno si è mantenuto stabile (da aprile) al 3%. A seguito del rallentamento della crescita globale e della mancanza di progressi nelle discussioni commerciali, il rischio che non si realizzi il nostro “best-case scenario” di una crescita del 5-6% dell’EPS nel 2019 è verosimilmente aumentato. Nonostante i rischi negativi per gli utili, le valutazioni della maggior parte dei mercati azionari sono tornate ai massimi livelli degli ultimi 12 mesi, limitando le possibilità di un forte rialzo delle azioni.

Nell’eventualità di un nuovo deterioramento della crescita globale o di eventuali reazioni negativi alle politiche monetarie, stiamo cercando di introdurre protezioni aggiuntive ai portafogli. In questo modo, qualora le prospettive di crescita globale dovessero migliorare, grazie a misure di stimolo economico o a un allentamento delle tensioni geopolitiche, potremmo continuare a partecipare a un eventuale rialzo dei mercati.

Inoltre, continuiamo a considerare le obbligazioni convertibili come un’alternativa credibile all’azionario grazie alla loro naturale asimmetria, mentre a livello geografico, manteniamo un bias positivo sulle azioni cinesi in quanto riteniamo che i guadagni saranno sostenuti dallo stimolo fiscale e monetario finché la guerra commerciale non si intensificherà.

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