Risparmio gestito, quella fee è da rifare

Un sistema per armonizzare le commissioni di performance sui fondi d’investimento. A volerlo è l’Esma, l’authority paneuropea che vigila sui mercati finanziari. Esma ha diffuso infatti un paper di consultazione in cui manifesta la volontà di introdurre regole comuni in tutti i paesi europei per quelle voci di costo dei prodotti del risparmio gestito che dipendono dai rendimenti.

Metodi diversi Oggi, infatti, ci sono sistemi diversi di applicazione delle performance fee in ogni mercato. Il che porta spesso gli operatori finanziari a effettuare degli arbitraggi. L’authority di vigilanza ha stabilito come principio che le società di gestione comunichino

chiaramente l’esistenza di commissioni di performance e che quest’ultime vengano applicate realmente al netto di tutti i costi e che gravino solo se il fondo ha dimostrato realmente di aver realizzato un extra rendimento.

Pochi impatti in Italia Inoltre, le sgr devono essere obbligate a dimostrare che la performance fee non spinge il gestore ad assumere rischi eccessivi e che la strategia del fondo resta allineata agli interessi degli investitori. Le nuove regole, però, secondo gli analisti di Equita non dovrebbero avere grandi effetti sui conti delle banchereti come Banca Generali, Banca Mediolanum e Azimut Holding. La loro esposizione alle performance fee si è infatti significativamente ridotta.

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