Consulenti, il roadshow di Pictet ai raggi X

È appena partito il roadshow autunnale 2019 di Pictet Asset Management. Lo scorso lunedì 30 settembre, Parma è stata la prima delle ventitré tappe del ciclo di conferenze che si chiuderà a novembre, a Biella. In questa edizione dal titolo «Una nuova era», il team di Pictet AM sta analizzando l’andamento dei mercati e fornendo alcune indicazioni su portafogli e asset allocation, in un contesto di mercato che presenta paradigmi del tutto nuovi.

Negli ultimi mesi l’ammontare globale delle obbligazioni con rendimento negativo ha raggiunto un picco storico, superando i 17.500 miliardi di dollari. Questo basta a descrivere il panorama che si trova davanti chi voglia investire in reddito fisso. Tuttavia, quello dei bond è un mercato molto grande con emissioni diverse tra loro e il rendimento esiste, bisogna solo sapere dove andare a cercarlo. Stando ai dati sui flussi degli ultimi mesi le obbligazioni piacciono ancora molto agli investitori italiani avversi al rischio, ma per trovare rendimenti interessanti bisogna analizzare bene quelle aree dove c’è ancora valore. “Riteniamo necessario cambiare chiave di lettura nella ricerca di rendimento sul fronte obbligazionario. Siamo a tutti gli effetti di fronte ad una nuova era, fatta di nuovi equilibri economici, commerciali e finanziari; un crescente interesse per i temi della sostenibilità; una nuova normativa, la Mifid2, in cui le scelte di allocazione degli investimenti devono essere giustificate dal reale valore offerto in cambio di un costo sostenuto” commenta Paolo Paschetta (nella foto), country head di Pictet Asset Management che ieri ha fatto gli onori di casa nella tappa Milanese del Roadshow.

“Alle nostre spalle il 2018, un anno complicato dal punto di vista dell’andamento dei mercati e per tutte le novità normative, a cui è seguito un inizio del 2019 di importantissimi cambiamenti nel mondo del risparmio gestito in Europa in particolare, e con performance eccezionali, peccato che però in pochissimi ne hanno beneficiato; i numeri parlano chiaro, i principali flussi di investimento, nonostante i rendimenti azionari, sono andati in liquidità e in reddito fisso” aggiunge Paschetta.

Per offrire questa differente chiave di lettura nell’investimento obbligazionario, nel roadshow si è parlato di nuove prospettive declinate su due filoni principali, quella della sostenibilità e quella dei mercati emergenti, promuovendo due idee innovative: un fondo obbligazionario cinese in valuta locale per investire in un mercato in rapida crescita soggetto a inclusione nei principali benchmark di mercato e un fondo sul credito sostenibile per sfruttare l’impulso della sostenibilità anche in ambito obbligazionario.

La prima proposta che punta sulle obbligazioni dei Paesi emergenti è il Pictet – Chinese local currency Debt, uno dei primi fondi Ucits che permette di investire nell’obbligazionario cinese onshore. “La Cina è stata solo recentemente inclusa nei principali indici obbligazionari globali. Ed è una notizia rilevante considerato che si tratta del Paese che registra tassi di crescita ampiamente superiori rispetto alle principali economie sviluppate. Attualmente, è la seconda economia a livello globale e il terzo mercato obbligazionario al mondo per dimensioni. Non era più possibile continuare a ignorare questi fatti. È opinione comune che il peso della Cina negli indici obbligazionari mondiali sia destinato a crescere, portando i potenziali flussi sui bond cinesi a 286 miliardi di dollari. Anche sul fronte dei rendimenti i bond cinesi onshore offrono tassi doppi rispetto ai paesi sviluppati e rispetto alle obbligazioni di paesi con pari rating. Per questo abbiamo deciso si cavalcare questo trend attraverso una interessante soluzione ad hoc”.

La seconda proposta sul fronte obbligazionario cavalca il tema della sostenibilità. “Con il comparto Pictet–Global Sustainable Credit siamo in grado di individuare valore in modo innovativo, identificando le migliori aziende a livello globale in funzione dei criteri Esg (Environment, social, governance ndr). Un dato interessante: di tutte le aziende fallite tra il 2007 e il 2018 a livello globale, classificate come Investment grade da Moody’s, il 78% non rispettava i criteri Esg. È evidente, quindi, come la sostenibilità sia sempre più un fattore chiave per ridurre il rischio legato al debito societario, soprattutto sui rating più bassi, uno degli ultimi segmenti a offrire rendimenti positivi” aggiunge Paschetta.

Sostenibilità per Pictet AM è un da sempre concetto a tutto tondo, qualcosa che va al di là dell’offerta di soluzioni Esg. “Pictet AM è sempre stata attenta alla sostenibilità. Pictet – Water, lanciato nel lontano 1999, – continua Paschetta – è stato il primo fondo tematico sostenibile al mondo cui, negli anni, hanno fatto seguito numerose altre proposte. Siamo stati tra i primi ad adottare, già nel 2007, i Principi per l’investimento responsabile (Pri) delle Nazioni Unite, e a estendere, nel 2018, i criteri Esg alla valutazione e alla selezione dei titoli di tutti i nostri fondi a gestione attiva.”

Dal punto di vista azionario, invece, rimane sempre importante l’approccio di investimento di lungo periodo che per Pictet AM vuol dire investire nelle strategie tematiche che cavalcano quei megatrend di lungo periodo destinati a influenzare profondamente la società presente e futura e il contesto competitivo in cui operano le aziende selezionate in portafoglio. «Sui megatrend, in cui simo stati pionieri e oggi leader di mercato», racconta Paolo Paschetta, «abbiamo cominciato fin dal 1995. Nell‘industria abbiamo la più vasta gamma di fondi tematici (sono 14 ad oggi, ndr), con circa 50 miliardi di dollari di asset a livello globale in gestione su questo segmento di prodotti». Tra le principali soluzioni presentate al roadshow in questo ambito: il Pictet – GEO (Global Environmental Opportunities), il Pictet Global megatrend selection e il Pictet-Smart City, oltre al Pictet-Mago (Multi Asset Global Opportunities) il multi asset della casa che ha recentemente superato i 5 mld di asset under management e reso oltre il 5% YtD, strumento ideale per tutelare gli investitori da possibili drawdown nei momenti di mercato più difficili.

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