Nuovi Pir, le 300 Pmi pronte ad andare in orbita con la riforma

A Piazza Affari c’è un certo fermento dopo le modifiche introdotte alla normativa dei Pir. Come sottolinea un articolo dell’inserto l’Economia del Corriere della Sera, infatti, a beneficiare della massa di liquidità in arrivo dal tesoretto del risparmio privato dovrebbero essere soprattutto le piccole e medie imprese che in Borsa Italiana sfiorano le 300 unità, per una capitalizzazione complessiva di 26 miliardi di euro. Il quotidiano milanese fa alcuni nomi che potrebbero beneficiare della spinta dei Pir 3.0: tra gli altri, ci sono società note come Amplifon, Banca Ifis e Tamburi Investmenti per quanto riguarda i pesi medi, mentre tra le varie small cap ci sono Avio, DeA Capital, Cairo Communication, Coima Res e perfino l’A.S. Roma.

La principale novità introdotta (che tuttavia non è ancora definitiva) è un investimento minimo obbligatorio pari al 5% del 70% del patrimonio del fondo Pir da impiegare in società diverse da quelle contenute negli indici Ftse Mib o Ftse Mid. In più, il nuovo regolamento consentirà ai fondi pensione italiani di investire fino al 10% del loro patrimonio in Pir. Rimane fermo il vantaggio fiscale che resta l’azzeramento dell’imposta sulle plusvalenze dopo il mantenimento del fondo per almeno 5 anni.

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