Pictet, sfide e opportunità nell’avanzata dei Millennial

Il mondo della finanza è alle porte di una rivoluzione copernicana. Sulla scena stanno per assumere un ruolo da reali protagonisti i Millennial, i nati tra il 1980 e il 2000, a metà tra il vecchio contesto analogico e l’universo digitale. I più anziani stanno entrando nei loro 40 anni: sono dunque abbastanza maturi per prendere decisioni in merito al patrimonio, che nei prossimi 30 anni crescerà a 30 trilioni di dollari, secondo le stime di PwC.

Una ricchezza enorme che rappresenta una grande occasione per chi si occupa di investimenti, a patto di saper cogliere le sfide connesse.

La consulenza, in particolare, ha di fronte a sé un’opportunità senza precedenti: innanzitutto perché i Millennial si fidano e si affidano ai consulenti. Secondo un’indagine effettuata dalla società americana Spectrem Group, la metà dei Millennial high income (con reddito a sei cifre) si serve di un financial advisor, a cui chiede nella maggior parte dei casi (il 49%) di avere una guida nella pianificazione finanziaria e per il 43% un indirizzo per la strutturazione efficace di piani pensionistici.

Ma è un’opportunità che implica delle sfide, perché i Millennial sono molto diversi dai propri genitori ed esprimono una domanda singolare e nuova, legata a due grandi trend: la predominanza della fruizione di servizi via Internet e l’attenzione alla sostenibilità nelle decisioni di spesa.

Riguardo all’avanzare del digitale, il Viacom Millennial Disruption Index rileva che il 60% dei Millennial ritiene le banche tradizionali non adatte a servirli e mostrano interesse per un’interazione al digitale, in linea con le loro abitudini di vita quotidiana. I Millennial vivono e lavorano online, online comprano viaggi e abiti, si informano sulla qualità di ristoranti e strutture ricettive, acquistano servizi di ogni tipo. Allo stesso modo, i Millennial vogliono effettuare pagamenti, gestire i propri investimenti e usufruire dei servizi bancari attraverso la rete.

La tensione dei Millennial verso la sostenibilità trova altresì riscontro in diverse ricerche: di recente un’indagine di Enel ha svelato che il 75% è disposto a cambiare le proprie strategie di acquisto per riconoscere lo sforzo delle aziende sostenibili da un punto di vista ambientale. Un dato in netto contrasto rispetto al 46% della Generazione X (i nati tra il 1960 e il 1980) e rispetto al 34% dei Baby Boomers (chi è nato nei 20 anni successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale).

In questo contesto, il ruolo del consulente finanziario e in particolare la sua capacità di creare un rapporto di fiducia, assume un’importanza crescente. Lo sostiene PwC, secondo cui l’affermarsi della clientela Millennial sul mercato aumenterà la richiesta di consulenza finanziaria qualificata.

Da anni sosteniamo che l’analisi dei comportamenti delle nuove generazioni di investitori rappresenti la chiave per posizionarsi tra i migliori professionisti del futuro. Per questo, con lo spirito pionieristico che guida molte delle nostre iniziative, abbiamo cominciato a parlare di personal branding del consulente finanziario fin dal 2014, con strumenti e suggerimenti direttamente dalle parole dei migliori accademici in questo campo. Per offrire contenuti di valore orientati all’educazione finanziaria, condivisibili sui profili social in un’ottica di content curation è nato già nel 2015 Pictet per Te, il portale che racconta in parole semplici il mondo che cambia, a livello economico ma non solo.

A 4 anni dal suo lancio, la dimensione della community dei nostri lettori e il traffico generato sul portale ci confermano l’importanza di questo tema e l’attenzione che i consulenti orientati alle nuove generazioni di investitori danno all’interazione digitale. 

Anche a livello di sostenibilità riteniamo che il consulente orientato alle future generazioni di investitori debba considerare la sua attività da 3 diverse prospettive:

– Il messaggio. Nel suo ruolo di “formatore” e “indirizzatore” delle scelte di investimento il consulente finanziario è in posizione privilegiata per sensibilizzare la sua audience all’importanza di adottare comportamenti sostenibili, entrando dunque, evidentemente, in sintonia con le nuove generazioni di investitori.

– L’offerta di prodotti che facciano della sostenibilità il principale indicatore della performance extra finanziaria, rispondendo dunque efficacemente alla tensione verso la sostenibilità delle nuove generazioni, anche nelle loro scelte d’investimento. In questo senso riteniamo di disporre di un’ampia gamma di soluzioni ESG (tutti i nostri comparti a gestione attiva hanno implementato l’utilizzo di filtri basati su criteri ESG per la selezione dei titoli in portafoglio), tematici (che misurano il proprio impatto per il raggiungimento dei 17 SDG dell’ONU, gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile) e SRI.

– Le proprie scelte. Nel proporre un prodotto implicitamente si comunica una scelta, una scelta di adesione ai valori e all’identità dell’azienda che lo produce. Non basta avere prodotti sostenibili per fare un brand sostenibile, servono precise regole di condotta aziendale e metriche per misurare gli sforzi compiuti dalle aziende. In tal senso è dunque fondamentale per il consulente finanziario del futuro andare a proporre prodotti di aziende con cui si condivide l’attenzione a condotte sostenibili e responsabili, perché questo è in fin dei conti, parte di quello che chiederanno i futuri investitori.

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