Nuovi Pir, vacche grasse per le small cap

“Il mercato italiano si caratterizza per la rinascita dei prodotti Pir: la modifica della regolamentazione dei limiti relativi ai Piani Individuali di Risparmio, in approvazione con la finanziaria 2020, ha generato un ritorno dei flussi su titoli di piccola/media capitalizzazione, con un generalizzato re-rating delle valutazioni”. È l’analisi di Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik.

Nel mese di novembre i mercati hanno registrato performance complessivamente positive grazie alla combinazione dei progressi fatti nelle negoziazioni fra Cina e Stati Uniti, ai segnali di stabilizzazione che provengono dagli indicatori macro e a un’accelerazione dei deal di M&A in tutto il mondo. Questi elementi hanno guidato un generalizzato re-rating del mercato. Continuiamo a ritenere che il driver principale dei mercati sia l’ammontare di liquidità iniettato nel sistema dalle banche centrali. L’offerta monetaria negli Stati Uniti è incrementata nel mese, ma fatica a essere assorbita dall’economia reale a causa di un approccio più cauto preso dalle banche alla luce dei primi segnali di deterioramento dell’asset quality dei crediti. La Fed di New York ha evidenziato che su 1.3 trilioni di dollari di prestiti, il tasso di insolvenza è cresciuto fino a raggiungere il 5%, molto vicino al 5.2% raggiunto nel picco della crisi finanziaria. Nell’Eurozona, nonostante segnali di miglioramento in Francia e in Germania, l’Euro Area Composite Pmi è stato più basso delle attese (50.3 vs. 50.9 atteso). Negli Usa, sia i Pmi manifatturieri sia quelli non manifatturieri hanno mostrato miglioramenti.

Per quanto riguarda il mercato italiano, le tensioni governative hanno determinato un riaprirsi dello spread, penalizzando titoli e settori maggiormente percepiti con esposizione domestica. Lo spread fra Btp e Bund si è in effetti allargato a causa delle tensioni politiche relative al tema Ilva, alla crisi Alitalia, all’alleanza a rischio fra Pd e M5s dopo le elezioni regionali in Umbria e, infine, per lo scontro sulla riforma del Mes. La condizione del mercato italiano per il prossimo futuro dipenderà dalla percezione di stabilità politica, dalle indicazioni di politica monetaria da parte della Bce e della Fed e dall’evoluzione del tema trade war.

“Questo contesto si riflette sull’asset allocation del nostro fondo”, conclude Scauri. “La componente delle utilities è diminuita, con Enel che resta il titolo dove manteniamo esposizione maggiore. Le posizioni core fra i titoli small/mid cap in portafoglio, come Amplifon, Enav, Inwit, Last Minute, sono state mantenute. In particolare, Amplifon e Last Minute continuano a preformare estremamente bene. Abbiamo infine deciso di mantenere il peso del settore finanziario”.

 

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