Coronavirus, i fondi più colpiti dal panic selling

Il micidiale virus cinese innesca il panico sui mercati. Nella giornata di ieri, infatti, tutti i principali listini internazionali sono stati pesantemente zavorrati dalle notizie poco incoraggianti sulla diffusione del coronavirus. A farne le spese sono stati diversi importanti gestori che hanno prodotti concentrati su titoli azionari cinesi o, comunque, collegati ai mercati emergenti asiatici. Dando un’occhiata ai dati della piattaforma Morningstar, infatti, il fondo peggiore in assoluto nella giornata di ieri, con una flessione giornaliera di oltre il 6%, è stato lo Janus Henderson Horizon China Fund A2 SGD, il cui portafoglio è diversificato su vari settori: dai beni di consumo ciclici, ai servizi alla comunicazione alla finanza, passando per beni di consumo difensivi e tecnologia.

Al secondo posto per perdita giornaliera, c’è un prodotto di Artemis (Artemis Global Emerging Markets Fund I Acc GBP), in flessione del 4,48%, anch’esso incentrato sui mercati azionari dei paesi emergenti. E, scorrendo la classifica, si vede un prodotto di Fidelity, anch’esso concentrato su titoli azionari asiatici, che ha registrato una battuta d’arresto di oltre il 4%.

La giornata di ieri, del resto, è stata caratterizzata da un generalizzato panic selling, ovvero da vendite scatenate da ragioni emotive e non basate su dati reali. Fermo restando che la preoccupazione legata al virus, ancora lontano all’essere arginato, è aumentata quando si è saputo di casi in Stati Uniti, Australia e in Francia. Cosa che potrebbe ripercuotersi anche sugli scambi commerciali ed essere, in prospettiva, un deterrente agli spostamenti delle persone. Una situazione in divenire, dunque, che potrebbe anche ripercuotersi sulla crescita globale se non risolta in tempi ragionevolmente brevi.

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