Fondi comuni, in Italia massima spesa e minima resa

Nel 2019 dei record, i prodotti del risparmio gestito italiano sono costati mediamente di più (e hanno reso mediamente di meno). È la conclusione a cui arriva un articolo del Sole 24 Ore del 2 febbraio, a commento dei risultati di uno studio del centro Tosetti Value – uno dei principali Multi-Family office in Europa – che ha analizzato tutti i prodotti Ucits distribuiti in almeno un Paese europeo, classificati long term fund, attivi e passivi, gestiti dalle prime 250 società per attivi. Senza contare gli Etf. Ebbene, in un contesto dove i guadagni medi sono stati del 16% nella top 30 europea, la media della classifica top Italia si è fermata al 9,2%. Mentre sul fronte dei costi, le cose non sono andate meglio: 1,43% per i prodotti italiani contro 1,01 per i big continentali.

Tornando tra i migliori gestori italiani per attivi, Mediolanum nel 2019 è stata quella con il rendimento migliore (+13,2%) nonostante i costi più alti della media (2,31%). Mentre BancoPosta Fondi è al penultimo posto per rendimento (7,3%) a fronte però dei minori costi fissi (1,14%). Dietro a Mediolanum, nella classifica dei rendimenti, spiccano Azimut (10,9, con costi al 2,11%) e il gruppo Generali (10,8, con costi all’1,28%).

Infine, il quotidiano salmonato propone un’interessante tabella che, includendo i dati di 2018 e 2019 insieme, calcola il montante ipotizzando di investire 100 euro in ciascuna società di gestione nel periodo di 2 anni indicato. Ebbene, a livello europeo si va da un massimo di 115,7 euro di Vanguard a un minimo di 105,3 di Amundi. Mentre in Italia si va da un minimo di appena 100,5 di Mediobanca a un massimo di 104,2 euro di Pramerica.

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