Investimenti, il petrolio fa paura

Siamo di fronte allo scenario peggiore dagli anni ‘30. Lo sostiene François Rimeu, senior strategist, La Française AM, parlando dell’attuale contesto mercato del petrolio

“Mentre questo commento viene scritto, il prezzo del petrolio è in calo del 18% dalla chiusura di venerdì a seguito della decisione dell’Arabia Saudita di iniziare una guerra dei prezzi. In termini di choc per la domanda e l’offerta, questo è forse lo scenario peggiore per il mercato del petrolio sin dagli anni Trenta. L’IEA ha dichiarato oggi che vi è già un surplus di circa 3,6 milioni di barili al giorno e noi riteniamo che questo eccesso di offerta possa salire fino a oltre 5 milioni di barili al giorno durante il secondo trimestre.

Conseguenze:

  • Molto negative per i produttori di shale oil negli USA; stimiamo che il loro prezzo di breakeven si attesti fra i $45 e i $50. Il future dicembre 2020 scambia attualmente a $37: questo significa che la maggior parte dei produttori non riuscirà a sopravvivere se il prezzo dovesse mantenersi intorno a questi livelli. Pertanto, vi sono conseguenze molto negative anche per l’High Yield Usa, dato che il settore energia
  •  rappresenta circa il 12% dell’asset class.
  • Molto negative, ovviamente, per i break-even d’inflazione,
  • Molto positive per le obbligazioni di Stato dei Paesi del G7: come evidenziato dal calo improvviso dei tassi G7 oggi.

Nel medio termine, possiamo vedere anche alcuni effetti positivi, soprattutto per i Paesi europei che importano la maggior parte del petrolio che consumano”.

 

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