State Street, supporto tecnico alle banche centrali per il Covid-19

State Street Corporation ha annunciato che offrirà gratuitamente alle banche centrali di tutto il mondo la propria serie State Street PriceStats, una suite completa di indicatori per il monitoraggio dei trend dei prezzi dei prodotti al dettaglio e della domanda dei consumatori in 22 paesi. L’annuncio arriva a seguito di un afflusso di richieste da parte delle banche centrali nel tentativo di mitigare gli effetti economici negativi della pandemia.

Gli indicatori, creati da Price Stats, LLC attraverso una partnership esclusiva con State Street, tracciano le fluttuazioni giornaliere dei prezzi di milioni di beni di consumo venduti da centinaia di retailer online in tutto il mondo. Le informazioni vengono sintetizzate attraverso algoritmi econometrici per ottenere indici dei prezzi al consumo ad alta frequenza che aiutano i nostri clienti a monitorare i trend dell’inflazione. Visto che molti rivenditori adeguano i prezzi in tempo reale in base ai modelli di acquisto dei consumatori, i dati possono anche offrire informazioni domanda dei consumatori nell’economia reale.

“Se da un lato la pandemia di coronavirus ha portato a un forte calo dei prezzi al dettaglio aggregati, dall’altro notiamo che finora tale riduzione è stata inferiore a quella osservata durante l’ultima recessione economica innescata dal fallimento Lehman Brothers nel settembre 2008”, ha dichiarato Will Kinlaw, responsabile di State Street Associates (SSA), partner accademico di State Street. “State Street e PriceStats sono entrambe liete di mettere questi indicatori a disposizione delle banche centrali di tutto il mondo, mentre affrontano le conseguenze economiche della pandemia”.

Alberto Cavallo, Edgerley Family Associate Professor of Business Administration presso l’Harvard Business School e co-fondatore di PriceStats, ha aggiunto: “Il calo della domanda dei consumatori ha certamente introdotto una pressione al ribasso sui prezzi in generale, ma questo effetto è stato anche in qualche modo compensato da interruzioni della catena di approvvigionamento in alcuni settori. Gli indici offriranno alle banche centrali le informazioni più aggiornate a supporto dei processi decisionali e della formulazione delle politiche in linea con l’evolversi della situazione”.

Dai driver di questa tendenza nell’economia statunitense, State Street Associate ha rilevato che:

  • Il calo drastico dei prezzi del petrolio e la domanda pari a zero per viaggi e biglietti aerei ha spinto al ribasso i prezzi nel comparto dell’energia e dei trasporti. Il settore petrolifero, infatti, ha riportato un calo del 4,5% nei mesi di febbraio e marzo, il più forte declino bimestrale registrato da gennaio 2015. A marzo i prezzi dei carburanti nei mercati emergenti hanno registrato una flessione del 5,6% su base mensile, la più forte mai riportata da quando PriceStats ha iniziato a pubblicare i dati a inizio 2009.
  • A questi cali si contrappongono in qualche modo gli aumenti dei prezzi dei prodotti del comparto food & beverage, che a febbraio e marzo hanno riportato un aumento dell’1% negli Stati Uniti, circa quattro volte maggiore rispetto all’incremento storico medio registrato in questo periodo dell’anno.
  • Anche i nostri indici per i prodotti alimentati nell’Eurozona e a livello globale hanno registrato aumenti marcati in un periodo di tempo così breve, con un incremento rispettivamente dell’1,44% e dell’1,34%. Questi dati rappresentano il maggiore aumento dei prezzi alimentari su base bimestrale a livello globale dal periodo gennaio-febbraio 2011 e il più grande mai registrato nell’Eurozona da quando PriceStats ha iniziato a tracciare l’andamento dei prezzi nel 2009.
  • Dai primi segnali di insorgenza del coronavirus a dicembre, anche i prezzi degli articolo di arredamento e degli elettrodomestici (ad esempio, mobili, moquette ed elettrodomestici di ogni tipo) sono aumentati notevolmente, in quanto le interruzioni della catena di approvvigionamento hanno avuto un forte impatto su alcuni prodotti.
  • I prezzi di altre categorie di prodotti, come articoli sanitari e di bellezza, oltre a quelli per il tempo libero e articoli di elettronica, sono rimasti relativamente stabili fino ad oggi.

La serie State Street PriceStats traccia anche i cambiamenti su base giornaliera nella proporzione di prodotti che non sono attualmente disponibili. I principali retailer hanno sperimentato l’esaurimento delle scorte di una grande varietà di prodotti, in quanto i cittadini in quarantena in tutto il mondo hanno preferito fare scorta di alcuni articoli:

  • Dalla fine di gennaio, la percentuale di prodotti sanitari che hanno registrato il tutto esaurito è passata dal 18,3% al 23,2% negli Stati Uniti e dal 17,6% al 23,8% in Germania. Il Regno Unito ha registrato un trend simile, passando dal 6,1% al 14,3%, per poi aumentare di oltre il 40% quando alcuni retailer hanno iniziato a segnalare l’esaurimento delle scorte di alcun prodotti non essenziali con l’obiettivo di dare priorità alla consegna dei prodotti di prima necessità.
  • Anche la carenza di prodotti nei supermercati è in aumento, con l’esaurimento delle scorte che è passato dall’8,3% al 10,2% negli Stati Uniti e dal 2,7% al 5,7% in Germania. Nel Regno Unito, invece, i supermercati hanno imposto limiti di acquisto per cliente cercando così di evitare l’esaurimento delle scorte, trend che però continua a crescere.
  • L’esaurimento delle scorte si concentra in categorie specifiche (ad esempio, alimenti surgelati, cibo in scatola e prodotti per la pulizia), ma questo trend rimane persistente e addirittura in espansione in alcuni paesi. Questo fattore indica che i rivenditori al dettaglio stanno assistendo a persistenti interruzioni dell’offerta.

 

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