Carmignac, il punto della settimana sui mercati (25 – 29 maggio 2020)

Nelle ultime settimane abbiamo tatticamente aumentato il profilo di rischio dei nostri fondi, per diversi motivi, con particolare attenzione all’Europa. La maggior parte dei paesi ha iniziato a riaprire le proprie economie, come previsto. Non ci sono ancora evidenze attendibili per giudicare come questo processo stia procedendo nelle economie sviluppate. I sondaggi flash PMI pubblicati la scorsa settimana per il mese di maggio negli Stati Uniti e in Europa sembrano ragionevolmente rassicuranti per quanto riguarda le attività, e la situazione è analoga in Giappone, ma allo stesso tempo, i dati ad alta frequenza raccolti da Google suggeriscono che ad esempio negli Stati Uniti, anche negli stati che hanno terminato il loro blocco in anticipo, come il Texas e la Florida, le prenotazioni nei ristoranti sono ancora molto poche.

Quindi la situazione non si è ancora stabilizzata, ma il mercato si sta semplicemente rallegrando per le riaperture, anche se la visibilità a 6- 12 mesi rimane ovviamente molto scarsa, come abbiamo spiegato due settimane fa. La scommessa che il mercato sta facendo è che il peggio sia alle spalle. Per questo motivo gran parte del nostro aumento tattico dell’esposizione azionaria è stato legato a questo tema, ad esempio con operatori di alta qualità nel settore dei viaggi e del tempo libero, ora in forte difficoltà. Logicamente anche i settori ciclici generali, come i titoli industriali e finanziari, stanno beneficiando di questo miglioramento a breve termine del sentiment. Anche il posizionamento del mercato ha favorito queste mosse perché, in linea di massima, gli investitori sono rimasti finora molto cauti nonostante il rimbalzo dai minimi di marzo: la maggior parte dei flussi sono andati finora verso i fondi monetari e le obbligazioni statunitensi, mentre i mercati azionari europei e le obbligazioni societarie europee high yield hanno continuato a registrare deflussi. Siamo stati quindi incoraggiati a concentrare la maggior parte delle nostre “scommesse sulla riapertura in Europa. Allo stesso modo anche il credito sta registrando performance solide, ma in questa asset class avevamo già costruito circa un mese fa una posizione importante, che ha performato molto bene nelle ultime settimane.

Inoltre, vale la pena ricordare che la Fed ha finalmente iniziato ad acquistare obbligazioni societarie come annunciato in marzo, fattore che supporta ulteriormente le nostre posizioni. Infine, la Commissione Europea ha sostanzialmente approvato la proposta franco-tedesca di un Recovery Fund per un importo pari a 500 miliardi di euro, destinato ai paesi membri e alle regioni più colpite, più 250 miliardi di euro in prestiti apparentemente senza condizionalità particolarmente severe. Si tratta ovviamente di una buona notizia per i Paesi periferici dell’Unione Europea, soprattutto per Spagna e Portogallo. Questa proposta deve essere approvata da tutti gli Stati membri, compresi i quattro paesi “frugali” nordeuropei. Ancora non sono stati forniti i dettagli su come verrà implementato il pacchetto proposto da Ursula von der Leyen. L’unica cosa certa è che, qualora l’intero progetto dovesse subire dei ritardi a causa dei consueti canali tecnocratici di negoziazione (ricordiamo che gli aiuti non dovrebbero comunque essere erogati prima del 2021), è positivo il fatto che Angela Merkel abbia firmato una proposta per il Recovery Fund insieme a Macron, e che questa proposta ora venga approvata e ampliata in ambito europeo. Questo sarebbe un primo caso di “fiscal transfer” e un segnale, anche se modesto, del fatto che la Germania ha iniziato a riconoscere che la necessità di soccorrere gli Stati membri più fragili è anche nell’interesse economico del paese. Si tratta di una riduzione del rischio di coda di disintegrazione dell’Europa. È importante notare anche che la prossima settimana dovremmo saperne di più sull’estensione del PEPP e del TLTRO extra-sovvenzionato a favore delle banche europee. Per questi motivi, l’aumento della nostra esposizione all’azionario europeo ha coinvolto anche il settore bancario, e abbiamo anche incrementato le nostre posizioni in obbligazioni sovrane periferiche che – come ricorderete – avevamo ridotto nell’attesa di comprendere meglio se l’Europa avrebbe deciso di intervenire o meno. Per quanto riguarda la Cina, sul fronte economico Pechino ha annunciato un pacchetto di stimoli. Nonostante sia una buona notizia, il pacchetto è chiaramente solo uno sforzo molto modesto. Questo è in parte il motivo per cui continuiamo ad essere cauti e sottoesposti sui mercati emergenti e posizionati solo su settori che presentano una crescita non ciclica. Sul fronte politico, dovremmo aspettarci che, in un anno così teso a causa delle elezioni negli Stati Uniti, si verifichino numerosi contrasti tra i principali esponenti dei governi cinese e statunitense. Quando ci viene chiesto se temiamo che questo atteggiamento da guerra fredda possa trasformarsi quest’anno in una forte escalation delle tensioni commerciali o in un rischio per Hong Kong, rispondiamo che sono due scenari che possono sempre verificarsi, ma riteniamo che non sarà così, visto che quest’anno non è davvero nell’interesse di nessuno correre grandi rischi né sui mercati finanziari né con l’economia. Ci aspettiamo quindi una certa volatilità, ma abbiamo una view positiva sulle nostre posizioni in Cina. Per concludere, non abbiamo modificato la nostra view strategica, ma abbiamo optato per un incremento tattico e mirato del profilo di rischio dei nostri fondi.

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