Investimenti, una nuova normalità

Vi riportiamo di seguito un commento sulle prospettive di crescita dell’economie a seguito dell’attenuarsi del Covid-19 con un focus sui recenti rapporti USA-Cina e i possibili impatti sui mercati finanziari a cura di Massimo De Palma Responsabile team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGR.

Mentre le principali economie globali proseguono, a vari stadi, nella ripresa delle attività economiche, la “nuova normalità” che inizia a disvelarsi presenta differenze e motivi d’attenzione.

Dall’analisi recente dei dati epidemici globali si ricavano motivi di conforto: con l’eccezione rilevante del Sudamerica, le principali economie vedono una dinamica dei contagi sotto controllo e proseguono, conseguentemente, nell’allentamento delle misure varate mesi fa. Lo stadio di riapertura segue la traiettoria longitudinale da est a ovest: la Cina è in fase più avanzata, l’Europa nel mese scorso ha fatto concreti passi in avanti, gli USA hanno mostrato progressi più di recente.

Tutto questo si riflette sugli indicatori PMI, che segnalano un deciso rialzo. L’ultimo dato cinese, superiore a 50, indica un ritorno all’espansione. Gli europei, pur su valori assoluti ancora bassi, registrano un progresso notevole dai baratri precedenti (Composite zona Euro da 14 a 32). Tuttavia, la “nuova normalità” appare per molti versi differente da quella pre-epidemica. Con l’ingresso in quarantena, ci eravamo lasciati alle spalle un ordine mondiale “pacificato”, con rischi di recessione in ribasso e variabile geopolitica rientrata, grazie all’impegno reciproco di interscambio fra USA e Cina. Ritroviamo al contrario nuovi-vecchi attriti fra i due giganti e un’economia globale di difficile decrittazione, stanti le enormi differenze d’impatto del virus sui comparti dell’economia. Se infatti le analisi convergono su uno scenario di stabilizzazione dell’economia in generale da qui a fine 2021, il punto più insidioso riguarda la possibilità di modifiche strutturali dei consumi, che spiazzerebbero inevitabilmente buona parte dei settori della Old Economy.

Sull’azionario, a fronte di valutazioni mediamente care, la chiave sarà discernere fra opportunità aperte dalla crisi, con utili destinati a recuperare terreno nel medio termine, e situazioni non altrettanto reversibili. Il value, come già argomentato in precedenza (Musa dei Mercati, 30 aprile 2020), costituisce quindi potenzialmente un’ottima opportunità, in particolare in ambito industriale e finanziario, ma sarà decisiva la selettività.

Un altro aspetto riguarda come detto i rapporti USA-Cina e le possibili ramificazioni. In uscita dal lockdown, nel quadro di una maggiore propensione al rischio, abbiamo assistito ad un indebolimento del dollaro. Questo aspetto apre interessanti prospettive su azioni e obbligazioni emergenti anche se, giova ricordare, il peso della Cina negli indici è molto rilevante e quindi un investimento di questo genere vivrà nei prossimi mesi delle fasi di volatilità. Inoltre sarà importante valutare le possibili risposte da parte delle autorità cinesi, dopo le decisioni degli USA riguardo allo status di Hong Kong: la Cina potrebbe reagire con una limitazione alle importazioni di beni (già parzialmente in atto) e con vendite ingenti di Treasury a beneficio di altri investimenti. Come già ricordato, oltre al motivo d’attenzione sul Treasury americano, una decisione di questo genere accelererebbe le politiche non convenzionali della Fed, e di questo potrebbe avvantaggiarsi ancora una volta l’oro.

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