Consulenti, i 6 consigli di Vontobel Am per ripartire veloci

Debito pubblico sì, ma meglio quello degli Stati Uniti rispetto a quello dei Paesi europei. Occhio privilegiato ad azioni e obbligazioni di società con business poco intaccati dal coronavirus. Grande interesse per la Cina e l’intera regione asiatica, pronta a una fase di rialzi. E poi riflessioni sulla resilienza che i Paesi possono avere al cospetto della crisi e tematiche esg. Vontobel Asset Management, nel suo paper “Un mondo sottosopra”, ha individuato sei sfide per il settore degli investimenti dopo il coronavirus.

1. Meglio il debito di Usa, Giappone, Uk e Svizzera

Vontobel si chiede: ci aspetta una crisi del debito o i Paesi troveranno una strategia di uscita? Gli esperti della società sostengono che sia necessario riflettere attentamente prima di acquistare debito pubblico. E qualora si decida di procedere in tal senso, è opportuno prendere in considerazione l’investimento in Paesi in cui la banca centrale ha un potere d’acquisto illimitato e non ha vincoli di natura politica. Da questo punto di vista, l’Europa è svantaggiata in quanto la Banca Centrale Europea deve soddisfare le varie esigenze di molti Paesi diversi. I veri prestatori di ultima istanza a livello nazionale, come Giappone, Regno Unito, Stati Uniti o Svizzera, sono in posizioni migliori per sostenere il proprio mercato del debito pubblico in tempi di crisi.

2. Dove trovare i rendimenti: occhio alle obbligazioni corporate

Gli investitori dovrebbero operare un’attenta selezione attiva dei titoli azionari e obbligazionari dopo averne compreso in maniera approfondita i modelli di business in modo da evitare società con fondamentali compromessi dagli effetti della crisi del coronavirus. Il consiglio è di riflettere sulle opportunità offerte dalle azioni dei mercati emergenti e sviluppati per la propria asset allocation strategica, e di cercare valore nelle obbligazioni corporate con situazioni patrimoniali e modelli di business robusti. In particolare quando si investe nella tecnologia, nulla può sostituire a nostro avviso una gestione attiva.

3. La sfida tra Stati Uniti e Cina anche per l’allocazione degli investimenti

Gli esperti della casa svizzera pensano che le nuove tecnologie modelleranno l’economia globale a lungo termine, motivo per cui la Cina e l’intera regione asiatica – scrive nel report Vontobel – sono pronte per una strategica revisione al rialzo affinché diventino una parte importante della nostra asset allocation. Più in dettaglio, il consiglio è di cercare le società e i Paesi più adatti a gestire le sfide cinesi e statunitensi oppure, nel caso non si possa procedere in tal senso, di cercare gli investimenti che avranno maggior successo in almeno un tipo di contesto.

4. Scegliere i paesi più resilienti ai morsi della crisi

Il punto di vista di Vontobel su questo aspetto è di riflettere sull’integrazione delle metriche di resilienza dei Paesi nelle proprie decisioni di investimento in modo da poter incrementare le allocazioni ai Paesi più resilienti e ridurre l’esposizione a quelli con capacità limitata. Molti Paesi asiatici sono ben posizionati e hanno la capacità di lanciare pacchetti fiscali considerevoli: come, per esempio, Brasile, Turchia e Sudafrica.

5. L’Asia emergente beneficerà dell’allentamento della globalizzazione

Gli esperti di Vontobel sono convinti che l’Asia emergente (Bangladesh, Indonesia, Malesia, Taiwan, Thailandia e Vietnam) e alcuni Paesi dell’America Latina (ad esempio il Messico) beneficeranno probabilmente dei cambiamenti globali in atto nella filiera. Il Messico, ad esempio, potrebbe restare un partner importante per gli Stati Uniti, assumendosi gran parte del nuovo onere produttivo del colosso confinante. Gli investitori possono quindi concentrarsi su selezionati titoli azionari o obbligazionari corporate delle società nella posizione ideale per trarre vantaggio da questa tendenza.

6. Puntare sulle tecnologie pulite

Il consiglio di Vontobel, su questo punto, è di riflettere attentamente sull’investi mento in società basate sul carbonio e su altre emissioni, e soprattutto sulle società con modelli di business che potrebbero essere messi in crisi da tecnologie a basse emissioni. È invece opportuno sfruttare a proprio vantaggio i cambiamenti che si profilano all’orizzonte, lavorando con i gestori di portafoglio ad una piena comprensione del contesto normativo e politico. Inoltre è consigliabile valu tare le tecnologie pulite o adottare un approccio di investimento che utilizzi i criteri ESG per filtrare gli investimenti.

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