Asset allocation: i benefici del long/short

Vi presentiamo un commento sui motivi per cui la ‘nuova normalità’ sui mercati potrebbe spingere gli investitori a riconsiderare le strategie long/short, a cura di Mark Dowding, Chief Investment Officer, BlueBay Asset Management.

Dopo più di dieci anni di mercati relativamente stabili, il mondo degli investimenti è cambiato drasticamente con l’arrivo del Covid, che ha innescato livelli di volatilità che non si vedevano dalla crisi finanziaria del 2008. Il rapido aumento della volatilità ha fatto sì che gli investitori si trovassero bloccati con gli investimenti su cui erano già posizionati e chi investiva fortemente in fondi passivi long-only ha visto un crollo nel valore del proprio portafoglio. Al contrario gli investitori long/short hanno goduto di un certo livello di protezione.

La ‘nuova normalità’

Gli investitori alla ricerca di conforto potrebbero essere tentati di descrivere il contesto di mercato di marzo e aprile come inusuale. Rispetto agli ultimi dieci anni sicuramente lo è stato. Tuttavia, ciò che abbiamo visto da allora, e ciò che ci aspettiamo dal prossimo futuro, implica che volatilità e incertezza persisteranno per un certo periodo di tempo, dato che altri eventi cruciali impatteranno sui mercati, come le elezioni e il continuo contrasto tra i produttori di petrolio.

Inoltre, le banche centrali stanno iniziando a riconoscere i limiti delle proprie misure di stimolo e gli effetti avversi dei tassi di interesse negativi. Con le politiche monetarie che non sembrano sortire gli effetti desiderati, gli investitori possono aspettarsi politiche fiscali molto più aggressive.

Con tutte queste variabili che influenzano la ‘nuova normalità’, riteniamo che gli investitori dovranno riconsiderare il proprio approccio e iniziare chiedersi se le loro convinzioni siano ancora valide nell’attuale contesto.

Ripensare i pregiudizi

Molti investitori hanno una predisposizione comportamentale che li induce a evitare di scommettere sul fatto che le cose andranno male per un’azienda o un settore. Una strategia long/short ha il potenziale per porre rimedio a questo bias umano, fornendo la possibilità di generare profitti anche quando i mercati non si muovono al rialzo. Sostanzialmente, si tratta di adottare una view favorevole nei confronti dei bond che a tuo avviso andranno bene, proteggendoti al contempo da quelli che invece ti aspetti andranno male.

Tuttavia, abbracciare una strategia long/short non significa soltanto adottare posizioni corte sulle aziende ‘cattive’ e lunghe su quelle ‘buone’. È anche possibile shortare aziende ‘buone’ perché sono sopravvalutate o andare lunghi su aziende in difficoltà perché sono scambiate su livelli troppo bassi. Inoltre, adottare posizioni short può anche aiutare gli investitori a raggiungere i propri obiettivi ESG, esercitando pressioni sulle aziende affinché migliorino le loro pratiche.

Naturalmente i pregiudizi degli investitori non riguardano soltanto gli short, ma spesso anche le strategie absolute return. Tali luoghi comuni sono stati alimentati da mercati relativamente prevedibili, che hanno appiattito i rendimenti dei fondi guidati dal beta. Tuttavia, la prospettiva di un mercato più volatile e incerto dovrebbe stimolare una rivalutazione delle opinioni riguardo ad alcuni asset specifici, per capire se siano ancora valide. Ad esempio, i titoli di Stato, generalmente percepiti come sicuri soprattutto nei mercati sviluppati, potrebbero implicare un rischio di duration, dato che con i tassi ai minimi, il valore di tali bond potrebbe essere eroso da un aumento dei tassi.

Comprendere le opportunità

Le strategie obbligazionarie long-only potrebbero esser messe sotto pressione nei prossimi mesi. Le banche centrali hanno ridotto i tassi di interesse ai minimi storici nel tentativo di stimolare l’economia. Per gli investitori ciò significa che i rendimenti sono collassati sui minimi dell’epoca moderna. Quando i titoli di Stato o i bond corporate tradizionali generavano ancora rendimenti, gli investitori erano poco interessati a strategie absolute return, ma a nostro avviso ciò cambierà nel prossimo futuro.

Nel breve periodo è improbabile che le banche centrali alzeranno i tassi. Allo stesso tempo i fondi passivi non operano più in mercati guidati dal beta, spingendo gli investitori a rivedere la loro allocazione a tali strumenti. L’attenzione si sta invece spostando sulle strategie attive absolute return e long/short, che sono in grado di individuare le opportunità in qualsiasi fase del ciclo del credito.

Conclusioni

La pandemia ha rimodellato il mondo degli investimenti, innescando una maggiore volatilità che sembra destinata a rimanere lo status quo per il prossimo futuro. In pochi si aspettavano i movimenti bruschi sui mercati che hanno fatto seguito alla pandemia, ma gli investitori long-only sono stati i più colpiti, avendo dovuto affrontare un rallentamento radicale, mentre quelli esposti a strategie long/short sono stati più protetti dai bruschi riprezzamenti.

Di fronte a una profonda recessione, a tassi ai minimi e a un contesto di ‘nuova normalità’ senza precedenti, gli investitori devono accettare la realtà che i rendimenti potrebbero essere messi alla prova nel prossimo futuro. Un approccio long/short non solo può proteggere le performance del portafoglio, ma anche evitare titoli sopravvalutati ed esercitare pressioni sulle aziende per migliorare le credenziali ESG.

In tempi incerti, combinare strategie long/short e long-only tradizionali in una certa asset class può aiutare a perfezionare il portafoglio, affinché sia in grado di performare meglio nella ‘nuova normalità’, e, di conseguenza, di beneficiare della volatilità, piuttosto che essere alla sua mercé.

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