Investimenti, qualche spunto per il 2021

Lo “scossone” portato dalla pandemia nel 2020 ha travolto anche il mondo della finanza e dell’economia, colpendo violentemente le grandezze macro di riferimento, come il PIL e il debito, e percosso in modo inaspettato le Borse che però, con delle eccezioni, hanno reagito inaspettatamente bene.

Le previsioni sull’andamento di Main Street restano ancora in discesa per il 2021, quando si potrebbe vedere un primo rialzo dell’andamento dell’economia reale.

Gli shock esogeni sono imprevedibili, ma non impossibili. Lo stesso Thaleb disse che la pandemia non è un cigno nero come potremmo pensare. Siamo comunque stati fortunati, volendo prendere quel poco di ottimismo che c’è, tralasciando i numeri reali in termini di vite o altro, dove non c’è niente di buono da raccogliere, se non la notizia del vaccino. Al di là dei minimi di Febbraio e Marzo i listini sono tornati a correre e addirittura hanno chiuso l’anno con segno positivo: Wall Street trainata dalle Big Tech ha chiuso con un 14% in più circa come anche Piazza Affari con un più 10%” commenta Gianni Bizzarri, AD di Banca Ifigest e fondatore di Fundstore.

Il solco che si è aperto tra la Borsa, in brillante ripresa e prospettiva, e l’economia reale in recessione aumenta comunque i dubbi sulla tenuta del Trend. Bisogna inoltre ricordare le politiche macro poste in essere da FED e BCE con un enorme immissione di liquidità che ha stabilizzato i mercati in questa fase.

Nel 2021 non è detto che i portafogli che hanno performato meglio nel 2020 continueranno a dare le stesse soddisfazioni.

A tal proposito si è espressa Johanna Kyrklund, Chief investments officer di Schroders, secondo cui nella prima parte dell’anno è stata favorita un’allocazione principalmente sui titoli growth e di qualità, ad alto potenziale come appunto i tecnologi. Dall’estate, la strategia è stata rivisitata in ottica di lungimiranza, anche se il settore tecnologico rimane di forte interesse e farà parte dei portafogli.

Si punta ancora su panieri che continuano a sovraperformare come oro e obbligazioni High Yield. Gli interventi statali, gli stimoli fiscali e di liquidità diminuiranno e si andrà verso una nuova stabilizzazione con alcune “rotazioni”.

Per Antonio Cavarero, Head Of Investment Generali Investments, “in una prima fase la normalizzazione dell’economia porterà ad una rotazione verso la old economy ovvero titoli industriali, materie prime e auto, sicuramente più presenti in Europa”. La rotazione, secondo l’esperto, si declinerà verso direzioni alternative: dalle azioni growth ai titoli value; dalla tecnologia ai settori ciclici che sono stati penalizzati maggiormente dall’emergenza sanitaria; dagli Stati Uniti al vecchio continente che tornerà a brillare con industria ed energia, titoli più rappresentativi delle Borse in UE; ed infine dalle Big Cap alle small Cap.

Tra i comparti da tenere d’occhio sicuramente vi sarà quello rappresentato dai c.d ESG (environmental, sustainability, governance) cui inoltre sarà destinato, ricordiamolo, un terzo dei 750 miliardi del Recovery FUND.

Nel comparto ESG di crescente interesse troviamo inoltre molte ottime aziende anche tra le mura domestiche.

Secondo la ricerca “Italian champions of sustainability” condotta da EQUITA, che individua un portafoglio di dieci titoli “campioni” negli investimenti in sostenibilità spiccano Enel e Terna. La prima leader globale con le sue strategie Esg e con un rating AAA nell’indice MSCI, offre un Dividend Yield del 5,2%; Terna, i cui investimenti ad oggi sono per il 95% classificabili come sostenibili secondo i criteri, UE il Dividend Yield potrà arrivare al 5,3% nel 2023.

Non dobbiamo pensare che il mercato italiano ed europeo sia meno appetibile di quelli esteri. Abbiamo anche qui in Italia delle ottime società, e in ottica di portafogli ci sono moltissime possibilità di rendimenti per gli investitori lungimiranti e sapienti. L’importante è sempre sapere cosa si sta facendo e dove si vuole arrivare – commenta Bizzarri in ottica di gestione del risparmio – Per il 2021 comunque assisteremo alla stabilizzazione, avallando le previsioni ci auguriamo, dell’economia reale e di conseguenza a delle rotazioni in ottica di portafoglio. Sicuramente il comparto Esg sarà parte di moltissime strategie di portafoglio e non dimentichiamo il sostegno del Recovery Fund che darà una forte spinta, se usato bene, a molti settori che in Italia sono arretrati e hanno ampi margini di crescita” conclude Bizzarri nel suo commento.

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