Eltif: come rilanciarli in quattro mosse, la proposta di Assogestioni

Qui di seguito un interessante approfondimento a firma Asogestioni sul tema degli Eltif: quattro idee per il rilancio.

Per gli Eltif il 2021 può essere l’anno giusto. Ai fondi d’investimento europei a lungo termine – costruiti per incanalare maggiori risorse verso l’illiquido rendendo l’investimento disponibile a un gruppo più ampio di risparmiatori – finora è mancata la scintilla.

Tanto che la Commissione europea ha restituito la parola al mercato, interpellato attraverso una consultazione pubblica sulla revisione del quadro normativo Eltif, in scadenza lunedì 1° febbraio.

Sulla base dei risultati del sondaggio e di una valutazione dell’impatto, entro il terzo trimestre del 2021 la Commissione adotterà una proposta di revisione del regolamento Eltif.

Una revisione necessaria
Il regolamento Eltif è entrato in vigore nel dicembre 2015. Da allora, sono pochi gli Eltif lanciati con successo dai gestori di fondi. A livello europeo, Efama certifica che ne sono stati istituiti circa 28, con masse in gestione mediamente inferiori a due miliardi di euro. Numeri che attestano come il regolamento Eltif non abbia ancora raggiunto l’obiettivo di stimolare gli investimenti europei a lungo termine nell’economia reale.

Ciononostante, Assogestioni ritiene che il regime Eltif – se adeguatamente adattato – possa diventare un potente strumento per raggiungere alcuni degli obiettivi fissati a livello europeo dal progetto dell’Unione dei mercati dei capitali (la cosiddetta Cmu) e rappresentare un veicolo attraente per gli investitori in un contesto di tassi di interesse bassi o negativi, destinato a perdurare nel medio-lungo termine.

Le proposte di Assogestioni
Al fine di migliorare il funzionamento della disciplina Eltif, nella sua risposta alla consultazione Assogestioni propone di introdurre misure che si pongono quattro obiettivi.

Rendere più liquido il portafoglio
Pur preservando le sue caratteristiche di investimento illiquido a lungo termine proprie degli Eltif, l’associazione suggerisce l’introduzione di misure di stimolo agli investimenti indiretti nelle attività che rientrano nel perimetro di azione di questi fondi.

Come? Anzitutto estendendo la possibilità dell’Eltif di investire in altri Fia chiusi in aggiunta ad Eltif, EuVECA ed EuSEF, come attualmente previsto. Andrebbe inoltre concessa alle società di gestione del risparmio la capacità di istituire fondi di fondi, rimuovendo la limitazione della possibilità di investire in altri Fia chiusi.

Assogestioni ritiene inoltre opportuno innalzare il limite dell’investimento del capitale in quote o azioni di un singolo Fia dal 10% al 20%, oltre che consentire agli Eltif di investire in cartolarizzazioni di attività di investimento ammissibili.

Infine, proprio in tema di attivi investibili, per aumentare il grado di liquidità dello strumento l’associazione propone di rivedere la soglia del 70% prevista dal regolamento Eltif, aumentando al 40% il limite di investimento nelle attività che ricadono sotto l’ombrello Ucits.

Migliorare le strategie d’investimento
Tra le proposte di Assogestioni, ampio spazio anche alle idee volte a migliorare le strategie di investimento degli Eltif. Ecco le principali:

  • aumentare della soglia di capitalizzazione di mercato massima che definisce una “impresa di portafoglio ammissibile” da 500 milioni di euro a 1 miliardo;
  • esplicitare la possibilità dell’Eltif non solo di erogare finanziamenti ma anche di acquistare crediti;
  • introdurre una definizione più precisa di “attività reali”, finalizzata a chiarire quando sono consentiti gli investimenti in immobili commerciali o residenziali;
  • chiarire cosa si intende per “vantaggio dell’economia europea” al fine di consentire ai gestori di determinare la quota minima da investire in attività con sede negli Stati membri dell’Ue (e, di converso, quella investibile in Paesi terzi);
  • chiarire la disciplina per la prevenzione dei conflitti d’interesse, riconoscendo strategie di coinvestimento e di investimento indiretto da parte del gestore volte a facilitare la raccolta e a offrire una maggiore leva nella negoziazione dei termini degli investimenti sottostanti agli Eltif – anche a vantaggio degli investitori.

Rendere più flessibili le politiche di rimborso
Con cautela ed equilibrio, e senza snaturare gli Eltif, Assogestioni propone la possibilità di prevedere una maggiore facilità nella definizione delle politiche di rimborso di questi strumenti, prevedendo che l’importo complessivo dei rimborsi entro un determinato periodo non sia solo limitato a una percentuale delle attività liquide dell’Eltif ma anche alle attività liquidate prima della fine della vita del fondo.

Semplificare l’informativa e uniformare la distribuzione
Assogestioni ritiene che una semplificazione dell’informativa nei confronti degli investitori sia cruciale. In quest’ottica il prospetto degli Eltif dovrebbe contenere – oltre alle informazioni già previste dalla disciplina AIFMD – quelle aggiuntive e specifiche sull’Eltif per l’ipotesi di commercializzazione del prodotto nei confronti degli investitori non professionali, senza necessità di predisporre ulteriori documenti d’offerta.

In merito alla valutazione di adeguatezza degli investitori al dettaglio, Assogestioni è del parere che il regolamento Eltif dovrebbe allinearsi ai requisiti della MiFID II, anche mediante un semplice riferimento diretto alla relativa disciplina.

Infine, nella risposta alla consultazione Assogestioni precisa di ritenere soddisfacenti le attuali previsioni che consentono agli investitori non professionali con un portafoglio finanziario non superiore a 500mila euro di investire in Eltif secondo le soglie previste dal regolamento Eltif, purché ricevano adeguata consulenza finanziaria. A tal proposito, Assogestioni aggiunge che la determinazione del portafoglio finanziario del cliente dovrebbe includere anche i prodotti di investimento assicurativi.

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