Fondi, azionario e gestione attiva sono i Re del 2020

I gestori attivi hanno vissuto un 2020 da leoni. In particolare, 2 su 3 dei gestori azionari large cap ha battuto il benchmark, tra quelli small cap, invece, il dato si impenna addirittura all’80%. Un vero trionfo, insomma, che è stato fotografato dall’ultima edizione dell’”Active-Passive Navigator” di Lyxor ETF.

In un anno senza precedenti per i mercati finanziari, spiega il rapporto, a causa della pandemia che ha fatto impennare i livelli di volatilità, dei rischi geopolitici e della massiccia rotazione settoriale, numerosi gestori attivi sono spesso stati in grado di proteggere i portafogli, e i gestori di fondi azionari hanno approfittato dell’elevata dispersione degli asset per generare alpha.

Il report “Active-Passive Navigator” del dipartimento di Lyxor ETF Research and Solutions fornisce un’analisi approfondita della performance di 13.000 fondi attivi domiciliati in Europa (che rappresentano 2,3 trilioni di euro di asset), rispetto ai loro indici di riferimento, e valuta i principali trend che influenzano la performance del mercato globale e incidono sulla generazione di alpha.

Secondo il report relativo al 2020, pubblicato lo scorso 3 febbraio, la maggior parte dei gestori attivi ha sovraperformato i propri benchmark nella maggior parte delle categorie azionarie. Le risposte disomogenee da parte dei governi alla pandemia hanno portato a una maggiore dispersione dei prezzi tra Paesi, settori e fattori, uno scenario che a sua volta ha creato opportunità per i gestori azionari attivi, con il 66% dei gestori azionari europei large cap che ha battuto il proprio benchmark. In particolare, il 2020 è stato un anno significativo per i gestori azionari small cap, che hanno fortemente beneficiato di una maggiore dispersione e di un aumento dei livelli di volatilità: l’80% dei gestori attivi small cap ha sovraperformato in Europa, mentre l’85% ha sovraperformato nel Regno Unito, posizionandosi adeguatamente per un accordo dell’ultimo minuto sulla Brexit.

Il 2020 ha visto una performance più contrastante da parte dei gestori attivi obbligazionari, molti dei quali hanno faticato a tenere il passo con l’impressionante rally obbligazionario provocato dalle banche centrali o con l’incessante compressione degli spread creditizi. Tuttavia, molteplici risultati positivi sono stati registrati. I gestori del debito dei mercati emergenti si sono distinti, con il 69% dei fondi che ha sovraperformato il proprio benchmark. Hanno aumentato costantemente il rischio dopo il primo trimestre e si sono spostati verso una qualità inferiore delle obbligazioni, arbitrando le tendenze divergenti dell’inflazione e degli stimoli nei mercati emergenti. Anche i gestori del reddito fisso US Aggregate e Global Aggregate hanno registrato buoni risultati (rispettivamente 54% e 52%). Hanno approfittato dell’evoluzione delle curve dei tassi e dell’aumento dell’inflazione statunitense, trovando anche alpha nelle emissioni cartolarizzate, quasi-sovrane e locali. Al contrario, gli investitori si sono trovati meglio con i prodotti passivi nei mercati obbligazionari High Yield, poiché solo il 29% dei gestori di fondi High Yield negli Stati Uniti ha sovraperformato il benchmark, ostacolati dall’aggressivo restringimento degli spread che ha ridotto la dispersione e da un’eccessiva prudenza.

In un contesto in cui gli ETF ESG hanno rappresentato più della metà degli afflussi totali nel mercato europeo degli ETF nel 2020, è interessante notare che in tutte le asset class coperte dall’analisi, i fondi ESG hanno sovraperformato i loro pari lo scorso anno, con un rendimento medio dell’1,4% superiore rispetto alla media dei loro equivalenti.

Nel complesso, il 2020 sarà ricordato come un anno eccezionale per i gestori di fondi attivi. Lyxor ETF Research ha rilevato che i loro rendimenti relativi nel 2020 hanno superato quelli del 2019 nell’85% di tutte le asset class.

La generazione di alpha uniforme nel lungo periodo rimane, tuttavia, più complessa. Lo studio di Lyxor ha rilevato che solo il 12% dei gestori azionari globali ha sovreaperformato i propri benchmark sia nel 2019 che nel 2020, mentre solo il 9% dei fondi azionari globali large cap ha sovraperformato su un orizzonte di dieci anni, dimostrando che l’impressionante rally verificatosi sui mercati azionari globali nel corso dell’ultimo decennio è stato difficile da sfruttare per la maggior parte dei gestori.

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