PIR, il 2021 potrebbe essere l’anno giusto

Il 2021 potrebbe essere l’anno del ritorno alla raccolta netta positiva per i Piani Individuali di Risparmio (Pir), sia tradizionali che alternativi.
La previsione si basa su tre fattori: effetto Draghi;  conseguente ritorno d’interesse per il mercato mercato italiano; ripresa degli sforzi commerciali delle reti distributive, segnala Equita nel suo ultimo Pir Monitor, anticipato da MF-Milano Finanza.

Una buona notizia quindi per l’accesso al mercato dei capitali da parte delle piccole e medie imprese. L’ultima Legge di Bilancio, con l’introduzione di un credito d’imposta fino al 20% a copertura di eventuali minusvalenze, e il cambio della guardia a Palazzo Chigi nell’ultimo mese hanno istillato nuovo entusiasmo.

Ma proprio riguardo la raccolta dei Pir alternativi, Equita giudica «fondamentale» introdurre nuove misure che si affianchino all’estensione del bonus-quotazione per le pmi, che prevede un credito d’imposta pari al 50% delle spese di consulenza sostenute per lo sbarco in borsa.

La pandemia, «con una forte discontinuità sui fondamentali delle aziende e con rapidi cambiamenti sul modello di business», ha infatti reso «ancora più importante» un’analisi dettagliata, sottolinea Equita. In questo modo si potrebbe anche ottenere un’inversione di rotta nel mercato italiano, che oggi fa affidamento quasi esclusivamente sugli stranieri, i quali attualmente rappresentano il 93% degli investitori istituzionali nel Ftse All-share.

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