Asset allocation, il nuovo volto degli investimenti nella tecnologia

A cura di Chris Gannatti, Head of Research, Europe, WisdomTree.

Dalla crisi finanziaria globale del 2008-2009, le società del settore IT hanno trainato i mercati azionari di tutto il mondo, portandoli su picchi record. Gli investitori cercano di far evolvere le loro esposizioni per il futuro, consapevoli di quanto certi benchmark siano diventati concentrati in alcune delle più grandi società del mondo in termini di capitalizzazione di mercato. Il beneficio principale delle esposizioni azionarie “tematiche” altamente focalizzate deriva dal fatto che esse consentono agli investitori di approcciare le realtà emergenti del settore tecnologia, anziché limitarsi alla semplice allocazione in aziende del calibro di Facebook, Amazon, Alphabet, Apple, Microsoft e altri giganti.

Gli approcci tematici ai mercati azionari non sono una novità e le strategie a gestione attiva esistono in Europa già dai primi anni del millennio. Inizialmente, il concetto era che i gestori attivi si sarebbero spostati tra i diversi temi a seconda della loro appetibilità o avrebbero mantenuto simultaneamente l’esposizione su più temi. La proliferazione degli ETF ha però trasformato i mercati in maniera tale per cui le opzioni tematiche disponibili ci sembrano ormai pressoché illimitate.

Ripartire l’universo delle strategie tematiche in categorie consente di valutare con maggiore chiarezza questi blocchi di costruzione del portafoglio, in maniera più funzionale. Abbiamo individuato quattro grandi gruppi: “Demografia e cambiamenti sociali”, “Progresso tecnologico”, “Cambiamenti geopolitici” e “Pressioni ambientali”. I gruppi sono importanti perché riguardano l’atteggiamento nei confronti del rischio in futuro. Sarebbe difficile per tutti e quattro i gruppi performare con eguale forza in un dato periodo ed è più probabile che le condizioni di mercato favoriscano, ad esempio, le strategie che sfruttano il “Progresso tecnologico”. In futuro, invece, il contesto potrebbe rivelarsi più favorevole alla “Demografia e cambiamenti sociali”. A nostro avviso, un portafoglio costituito da strategie tematiche diverse focalizzate esclusivamente sulla tecnologia potrebbe non dimostrarsi resiliente rispetto a nuove condizioni di mercato, come invece un portafoglio che cerca di diversificare nell’ambito della tecnologia e almeno in parte degli altri gruppi.

Anche nell’ambito della nostra categoria più ampia del progresso tecnologico, alcuni investitori potrebbero decidere di focalizzarsi su argomenti come cloud computing, Intelligenza artificiale, cybersecurity, nanotecnologia, eccetera. La presenza di queste categorie aiuta a mettere in contesto il 2020. Nel corso dell’anno, il cloud computing ha incluso un gruppo di società in grado di offrire soluzioni estremamente utili a soddisfare le esigenze di aziende e consumatori durante i lockdown causati dal Covid-19. L’ottima performance ne è di certo stata il riflesso. Nel primo trimestre del 2021 abbiamo riconosciuto che la volatilità delle strategie di cloud computing potrebbe aumentare nel breve periodo, ma il focus principale deve restare sul fatto che la vasta maggioranza dei software delle imprese potrebbe essere cloud-based entro il 2030 e oggi i volumi si aggirano attorno ai 4mila miliardi di dollari.

Per coloro che sono meno interessati al lungo periodo e guardano invece più opportunisticamente al 2021, forse il focus dovrebbe essere diretto maggiormente verso una tipologia d’intelligenza artificiale con ampia esposizione ai semi-conduttori, poiché è chiaro che molte industrie hanno bisogno di semi-conduttori e che addirittura c’è stata carenza di questi prodotti nel 2021. La cybersecurity è diventata un tema di grande interesse in un mondo in cui impera il lavoro da remoto e, anche se l’andamento delle quotazioni può risultare altalenante, la domanda per questi servizi è destinata a salire con costanza.

Ovunque un investitore decida di focalizzarsi all’interno dell’universo tematico delle strategie azionarie, è fondamentale che controlli sempre in dettaglio sia la metodologia che le componenti. È infatti possibile che tali strategie dichiarino di rientrare nello stesso tema o anche che si chiamino quasi allo stesso modo ma, un ulteriore esame, potrebbe individuare esposizioni e società sottostanti molto diverse. Crediamo nei modelli di selezione definiti da esperti, in cui ciascuna costituente sottostante entra in connessione diretta con il tema dominante. In alcuni casi, ciò può comportare una lista di società più corta e concentrata mentre, in altri casi, a seconda del tema, può comportare una lista più lunga di aziende, con esposizioni variabili al tema della value-chain.

Con le strategie tematiche non esiste il concetto di “giusto” o “sbagliato” e nessuno sa in anticipo quali livelli di performance verranno generati: risulta quindi più complesso garantire che la metodologia e l’esposizione alla strategia rispondano alle convinzioni dell’investitore e si allineino al portafoglio. Gli approcci che consentono all’esposizione di evolversi con il tema potrebbero avere un impatto anche maggiore.

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