M&G, qualche spunto sul credito europeo

5 domande sul credito europeo, risponde Gaurav Chatley, gestore del fondo M&G European Credit Investment di M&G Investments

  1. Quali sono i rischi all’orizzonte per un investitore nel credito europeo e come gestirli al meglio?

È verosimile aspettarsi nuovi periodi di volatilità in futuro e il più grande rischio nel 2021 è restare inerti di fronte a un contesto economico incerto che, supportato dalla generosità delle banche centrali e dagli stimoli governativi, porta gli spread di credito a restare sopravvalutati e non in grado di riflettere i rischi di credito fondamentali degli emittenti sottostanti. Tuttavia è bene ricordare che il “QE per sempre” non è economicamente o politicamente realizzabile, e lo stimolo governativo non può essere infinito. Qualsiasi accenno da parte delle banche centrali o dei governi a una riduzione degli attuali livelli di supporto verrebbe accolto con un brusco movimento negativo degli spread – fornendo opportunità per aggiungere potenzialmente posizioni di rischio, prima dell’inevitabile passo indietro delle autorità in seguito alla reazione negativa del mercato.

Un altro rischio per gli investitori è il riemergere delle tensioni commerciali tra USA e Cina e l’impatto che questo potrebbe avere sui mercati del credito.

Crediamo che un approccio basato sulla selezione dei titoli di tipo bottom up sia ideale per diversificare il rischio e un’alternativa interessante ai tradizionali approcci di investimento basati su previsioni macro.

  1. In cosa si differenzia l’attuale crisi dai precedenti cicli dal punto di vista del credito?

Durante un ciclo creditizio tradizionale, la leva finanziaria aumenta nel tempo, così come il rischio di credito e gli spread. Alla fine, quando i bilanci diventano più tirati, si verificano sell-off sul mercato, che tipicamente penalizzano le aziende con una eccessiva leva finanziaria. Queste società entrano quindi in modalità “repair”, occupandosi dei problemi di bilancio e diventando meno “attraenti” dal punto di vista del credito. Quando la leva finanziaria diminuisce, anche gli spread scendono. Un buon esempio di ciò è stato il ciclo creditizio del 2014-17.

Questa volta la situazione è molto diversa. Quando è arrivato lo shock causato dalla pandemia la leva finanziaria è aumentata in modo aggressivo e gli spread creditizi hanno riflesso quell’impatto sui bilanci. Con l’intervento delle banche centrali, la leva finanziaria è ora stagnante e sta scendendo in modo molto marginale, a livelli limitati. Ma gli spread si sono spostati quasi due anni in avanti in termini di tempo, ipotizzando che la leva finanziaria si corregga automaticamente. In generale, c’è meno slancio a migliorare i bilanci e a far scendere la leva finanziaria.

Quando le banche centrali inizieranno a ritrarsi, non ho dubbi che aumenteranno volatilità e incertezza. È quindi importante concentrarsi sulle aziende e sui bilanci in cui gli spread stanno ancora prezzando la leva finanziaria, in modo da essere remunerati per il rischio. Se il prezzo non riflette quel rischio, tutto quello che si può fare è riconsiderare il quadro per cercare opportunità specifiche per le quali si è invece compensati, lasciando che la volatilità ci offra l’opportunità di trarre vantaggio da ogni riprezzamento.

  1. Qual è la filosofia di investimento del fondo M&G European Credit Investment, specializzato sul credito investment grade europeo?

L’M&G European Credit Investment Fund è il nostro fondo OICVM di punta nell’investment grade europeo, con 2,2 miliardi di euro di masse in gestione. Altamente diversificato, utilizza un approccio bottom up e non assume posizioni attive su tassi d’interesse e valute, mantenendosi in linea con il benchmark. Il fondo si avvale di un forte team di ricerca sul credito, uno dei più grandi in Europa, che copre l’intero mercato europeo del credito Investment Grade e High Yield. Questo ci permette di identificare le migliori opportunità e selezionare i titoli che offrono un buon valore, quando il prezzo e i rischi sono disallineati. Ciò implica che siamo pronti a fare un passo indietro laddove non riteniamo di essere compensati adeguatamente per assumere rischi – mantenendo asset liquidi di qualità superiore finché non troviamo opportunità più convenienti o interessanti.

  1. Come vi siete comportati nei mesi più difficili della crisi?

Nei mesi di gennaio e febbraio del 2020 abbiamo sottopesato il rischio di credito, poiché i singoli titoli in portafoglio erano sempre più sopravvalutati. Abbiamo investito i proventi in cash, obbligazioni liquide di alta qualità e in titoli di Stato. Questo ha fatto sì che, con l’evolversi della pandemia da Covid-19, fossimo in una posizione forte per aggiungere rapidamente rischio al portafoglio. Nelle 6 settimane dall’inizio di marzo siamo passati dal sottopeso di 1 anno della duration degli spread di credito a quasi 2 anni di sovrappeso, aggiungendo società del settore industriale con prezzi attraenti, scadenze più lunghe e rating A e BBB.

  1. Dove trovare oggi opportunità?

Dopo la crisi ci sono molti crediti mis-priced che rappresentano opportunità interessanti quando il prezzo del debito non riflette i rischi di credito sottostanti. Questo include molti titoli nei settori più duramente colpiti dal virus, in particolare alcuni emittenti selezionati nei comparti automobilistico, dei trasporti, chimico e alberghiero che presentano prezzi attraenti rispetto ai punti di forza fondamentali dei loro business, e continuano a riflettere l’incertezza più ampia dei mercati sul proprio percorso di ripresa. Queste società presentano tutte forti flussi di cassa futuri, importanti quote di mercato nel relativo settore e alte barriere all’entrata. Individuare questi titoli all’interno delle aree più sofferenti del mercato richiede una profonda capacità di analisi del credito – qualcosa che è al centro del nostro approccio agli investimenti basato sulla ricerca.

 

 

 

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