Asset allocation: il reddito fisso cinese nel portafoglio

Di seguito un’analisi di GSAM a cura di James Ashley, Head of International Market Strategy di Goldman Sachs Asset Management.

Negli ultimi 20 anni la Cina è diventata la più grande economia del mondo, con delle implicazioni estremamente importanti, non solo per gli economisti, ma anche per i politici e i diplomatici.

Nonostante l’ascesa economica del paese, la chiusura del mercato dei capitali locale e le difficoltà di accesso ai suoi mercati finanziari hanno limitato gli afflussi degli investitori stranieri sui mercati obbligazionari e azionari cinesi. Ma il 2021 è l’anno della svolta e sarà impossibile ignorare la Cina in tema di investimenti.

Il processo di liberalizzazione finanziaria recentemente avviato sta portando a un veloce aumento della rilevanza del paese all’interno dei principali indici benchmark e degli afflussi di capitale, facilitando l’inclusione dei titoli di stato cinesi nell’indice Bloomberg Barclays Global Aggregate e nel JPMorgan GBI-EM Global Diversified. A breve è attesa la conferma dell’inclusione della Cina entro fine anno nel FTSE World Government Bond Index (WGBI) con un peso che, secondo le nostre stime, dovrebbe attestarsi a circa il 6% dell’indice globale. Questo porterà a una significativa riconfigurazione dei principali benchmark del reddito fisso mondiale e, secondo i nostri calcoli, porterà a circa 100 miliardi di dollari di investimenti nei titoli di Stato cinesi.

A seguito dell’inclusione della Cina nell’indice, d’ora in poi, qualsiasi investitore non esposto all’obbligazionario cinese sta in effetti implementando una posizione di sottopeso. Il fatto che un tracking error di quella portata possa essere tollerabile o meno dipende da moltissimo fattori; ma sicuramente non è auspicabile dato l’attuale interesse per le obbligazioni cinesi. Al momento, gli investitori obbligazionari fanno fatica a trovare obbligazioni con rendimenti elevati, bassa correlazione e solidi fondamentali macroeconomici, tutte caratteristiche che la Cina attualmente possiede.

In termini nominali, il titolo di stato decennale cinese offre circa 200 punti base in più rispetto ai Treasury statunitensi e quasi 350 punti base in più rispetto ai Bund. Anche il confronto in termini reali è altrettanto interessante: dalla Figura A si nota come la Cina rappresenta una rara eccezione nell’offerta di rendimenti reali elevati senza la necessità di abbassare eccessivamente il rating del credito. Ovviamente, l’esposizione valutaria dovrebbe sempre essere presa in considerazione in ogni decisione d’investimento, ma a nostro avviso il disavanzo delle partite correnti della Cina, la posizione fiscale gestibile e le solide prospettive di crescita sono elementi molto positivi in un orizzonte d’investimento di lungo periodo.

Figura A: rendimenti reali* dei titoli di Stato a 10 anni per gli emittenti investment grade

L’esposizione ai rendimenti delle obbligazioni cinesi non è facilmente replicabile attraverso altri importanti mercati del debito sovrano. Come si può vedere dalla Figura B, l’obbligazionario cinese è scarsamente correlato ai movimenti degli altri mercati, e l’indice FTSE Chinese Government and Policy Bank Bond mostra che i rendimenti si ottengono con una volatilità simile o inferiore a quella dei rendimenti dei Treasury statunitensi o dei Gilt britannici. Quindi non solo i rendimenti sono (attualmente) di gran lunga superiori, ma hanno anche offerto una fonte di ritorni con bassa correlazione e bassa volatilità.

Infine, il contesto macroeconomico è decisamente favorevole. La Cina è una delle poche economie i cui livelli di produzione sono già tornati all’epoca pre-COVID. Inoltre, pensiamo che ci potrebbe essere un calo del consensus da qui in futuro. Se da un lato il consensus di Bloomberg sugli operatori di mercato (al 19 febbraio) evidenzia che il mercato stima una crescita in Cina nel 2021 dell’8,4% nel 2021 (ben oltre le aspettative per gli Stati Uniti o l’Eurozona), dall’altro la Figura C mostra tassi di crescita trimestrale molto modesti per quest’anno che porterebbero a una crescita annuale ben il consensus.

Figura C: La crescita del PIL della Cina nel 2021 secondo una serie di previsioni di crescita trimestrale

I titoli di Stato cinesi sono fonte di rendimenti elevati, bassa volatilità, bassa correlazione e sono sostenuti sia da una componente ciclica (la probabilità di una crescita più solida del previsto nel 2021) sia da un riallineamento strutturale (inclusione dell’indice e crescente rilevanza macroeconomica a livello globale basata su un modello di crescita più stabile e sostenibile). La Cina si è svegliata giusto in tempo per l’anno del Bue: è il momento di adottare una view rialzista sui bond cinesi.

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