Fineco AM: le opportunità delle A-Shares

Di seguito un commento a cura del Team Investimenti di Fineco Asset Management, focalizzato sull’azionario cinese.

Nel 2020, la solidità dell’economia Cinese ha rappresentato un fattore positivo per il settore azionario del Paese e per il Renminbi. Il governo ha risposto efficacemente alla crisi del Covid-19 e la Cina è stata l’unica fra le maggiori economie ad avere una crescita positiva durante l’anno, una fase che continua nel 2021. Bloomberg ha di recente rivisto al rialzo la previsione per la crescita del Pil cinese quest’anno al 9,3%, valore significativamente superiore a quello delle altre grandi economie mondiali. Le attese sono che la Cina possa continuare a beneficiare indirettamente dell’ampia ripresa globale, mentre il miglioramento dei dati sui consumi nazionali dovrebbe sostenere la crescita guidata dalle esportazioni. La previsione di crescita economica nel lungo termine del 5% sarà con tutta probabilità molto più alta rispetto a Stati Uniti ed Europa. Un differenziale di crescita che continuerà a rappresentare un fattore positivo per le azioni cinesi.

I mercati azionari cinesi offrono molte opportunità; dai giganti di internet e dell’e-commerce come Alibaba e Tencent, quotate alla borsa di Hong Kong, ad una vasta gamma di società nazionali quotate in Cina continentale. Queste ultime in particolare, comunemente note come A-shares, rappresentano una buona opportunità d’investimento nel lungo termine.

Le azioni del mercato domestico (“A-shares”) sono poco rappresentate negli indici globali. Infatti mentre le azioni cinesi costituiscono attualmente il 40% degli indici MSCI Emerging Market, le A-shares ne rappresentano meno del 5%. Ciò è dovuto a un basso fattore di inclusione che probabilmente aumenterà nel tempo e attirerà grandi flussi di capitale. Si tratta infatti di un punto chiave nella politica del governo cinese, che continua a sviluppare i mercati finanziari e a favorire la transizione verso un’economia guidata dai consumi. Allo stesso modo, i gestori attivi tendono ad avere posizioni sottopesate in A-shares – scenario che dovrebbe esaurirsi visto il miglioramento della copertura del mercato cinese e delle relative competenze. Si tratta quindi di due fattori che nel lungo termine rappresentano elementi positivi strutturali per le A-shares cinesi.

La scarsa rappresentazione negli indici internazionali e di non elevati investimenti esteri sono caratteristiche idiosincratiche del mercato domestico Cinese che risulta meno guidato dal sentiment e dai flussi internazionali. Storicamente infatti, le A-shares hanno rappresentato un buon elemento di diversificazione, con una minor correlazione con i mercati azionari. Per esempio, in 20 anni hanno mostrato una correlazione di 0,43 con l’MSCI Emerging Markets e 0,35 con l’MSCI World.

Il mercato cinese delle A-shares offre agli investitori un’esposizione a una serie diversificata di settori e temi focalizzati a livello nazionale che includono:

  • Consumo interno e “premiumisation”, intesa come capacità di offrire prodotti d’eccellenza a prezzi accessibili. La concentrazione sui sostituti locali dei beni importati dall’estero sta guadagnando terreno, in particolare alla luce delle tensioni con gli Stati Uniti e dell’aumento dell’orgoglio per i beni nazionali. I prodotti di fascia alta, come i liquori premium, sono diventati popolari con la crescita dei redditi.
  • Economia digitale e tecnologia. Il lancio del 5G dovrebbe accelerare le trasformazioni digitali e lo sviluppo del business online. La produzione interna di molte tecnologie, come i semiconduttori e i veicoli elettrici, viene incentivata per rendere la Cina più autosufficiente e meno dipendente dalle importazioni o dalle forniture statunitensi.
  • ESG: La Cina si è impegnata a raggiungere le zero emissioni nette di carbonio entro il 2060 e sta richiedendo una maggiore conformità agli standard ambientali, portando a miglioramenti nella consapevolezza e nella responsabilità in ambito ESG, ad esempio circa il 50% delle azioni cinesi ora riportano informazioni ESG rispetto al solo 4% del 2015.

Come dimostrato durante febbraio e marzo, quando dopo un lungo periodo di guadagni, il CSI 300 è sceso di circa il 15%, i rischi sulle azioni cinesi rimangono. Tuttavia, questo potrebbe rappresentare un interessante punto di ingresso a lungo termine. Le valutazioni, anche se ancora un po’ costose, sembrano ora più ragionevoli rispetto alle medie a lungo termine, con valori di scambio che attualmente si attestano a 13 volte gli utili futuri, rispetto alle 15,2 volte del picco di mercato di febbraio. Le tensioni politiche con gli Stati Uniti e l’UE permangono nonostante l’assenza di Donald Trump. La riduzione dei diritti a Hong Kong e il trattamento degli Uiguri nel nord-ovest del paese sono questioni chiave. Le sanzioni hanno avuto impatti negativi significativi su alcuni titoli, ma presentano anche opportunità per altre industrie nazionali. Sebbene ci siano opportunità significative per un ulteriore apprezzamento, la volatilità rimarrà probabilmente elevata, e un approccio a lungo termine consapevole del rischio è importante per investire in Cina.

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