Gestori e asset management, l’importanza della corporate governance

Dal Dott. Capocci, PhD – FARAD Group General Manager e Chief Executive Officer di FIA Asset Management [email protected]

Non è facile definire il termine “corporate governance”. Possiamo rappresentare più facilmente questo concetto, illustrando  “buona governance” o “cattiva governance”, ma definire il termine governance è qualcosa di relativamente complesso.

Questo concetto è fondamentale nel mondo aziendale, ma lo è ancora di più nel settore dell’asset management. Quando si è responsabili della gestione o dell’investimento del denaro di clienti terzi, questi  privati, aziende o clienti devono poter avere completa fiducia nell’azienda che hanno scelto, ma anche in ciascuno dei membri del consiglio di amministrazione, ciascuno degli amministratori e qualsiasi altra persona attiva nella società. La buona governance è una garanzia di qualità non solamente necessaria, ma essenziale da mantenere. La sfida è riuscire a mantenere attiva questa trasformazione che talvolta risulta più rapida rispetto all’evoluzione di alcune abitudini radicate.

Esistono molte definizioni di corporate governance, tutte includono alcuni elementi chiave. Si tratta di un sistema di regole (processi, pratiche o altro) che vengono messe in atto nell’ambito della gestione di un’azienda al fine di bilanciare gli interessi dei diversi stakeholder. Per gestione intendiamo non solo il modo in cui i leader gestiscono l’attività, ma anche, e forse soprattutto, il modo in cui i leader sono controllati. La corporate governance può essere vista come un codice di condotta che si applica a tutti in modo che le cose siano fatte bene e gli interessi di tutti siano rispettati.

Nel mondo della gestione patrimoniale, questo concetto assume particolare rilevanza perché il servizio fornito riguarda direttamente il denaro e perché i gestori patrimoniali o di fondi di investimento sono remunerati nel tempo e in base alle cifre d’attivi. Ciò significa che più a lungo gli attivi  rimangono in gestione, più è redditizio per l’azienda.

Pertanto, l’interesse primario degli azionisti della società di gestione è quello di avere degli importanti patrimoni e il più a lungo possibile. Gli amministratori, che sono membri del consiglio pagati a mandato, hanno interesse ad avere il maggior numero di mandati possibili al fine di aumentare i loro guadagni. Per i manager, gli interessi variano a seconda che siano interessati o meno ai risultati dell’azienda. In tal caso, i loro interessi saranno allineati a quelli degli azionisti, anche se probabilmente avranno un orizzonte temporale più breve rispetto a quest’ultimi. Infine, consideriamo il cliente finale, l’investitore. Il cliente richiede i servizi di un gestore patrimoniale e gli affida del denaro. Mira a un rendimento ed un profilo di rischio che gli consente di assumersi determinati rischi in vista dei rendimenti attesi.  Tale obiettivo non è direttamente allineato con gli interessi sopra citati. E’ questo elemento che fa si che, la governance aziendale  giochi un ruolo chiave. È necessario determinare le regole da mettere in atto, i processi, le politiche e le procedure al fine di garantire che tutti questi interessi divergenti siano inquadrati nel migliore dei modi, nell’interesse di tutti e in particolare del cliente finale. L’azionista generalmente non è direttamente coinvolto nella gestione quotidiana della società. Ciò significa che le derive o le carenze generalmente non sono direttamente visibili, tuttavia esse, indirettamente, possono rivelarsi importanti. Il fatto che questo consiglio abbia diversi membri, inclusi membri indipendenti, mira ad avere discussioni e dibattiti al suo interno. Potenziali preoccupazioni emergono, ad esempio, se il consiglio di amministrazione ha pochi o nessun amministratore indipendente o se il principale azionista prende in concreto decisioni senza confrontarle o metterle in discussione con gli altri amministratori. Un secondo aspetto è il rischio che l’azionista eserciti una pressione diretta sul management per dare priorità ai propri interessi. Questo tipo di situazione è più presente nelle piccole strutture e rimane difficile da identificare. Questa tipologia di rischio può essere gestita attraverso un intermediario di principi di corporate governance che tratta questi temi al fine, soprattutto, di individuarli e condividerli. Gli standard internazionali di governance si sono evoluti notevolmente negli ultimi anni. Sono aumentati i requisiti e le aspettative in relazione alle funzioni regolamentate. Resta, tuttavia, la questione del campo in cui, anche ai nostri giorni, alcuni stakeholder favoriscono i propri interessi personali. Non ci riferiamo necessariamente qui agli interessi finanziari, ma in generale a tutto ciò che non viene fatto nel migliore interesse del cliente. La governance è un elemento essenziale per il successo a lungo termine di un’impresa. Deve essere messa in atto e costantemente rafforzata per garantire che tutte le parti interessate siano incoraggiate a puntare all’eccellenza. La governance e soprattutto la buona gestione sono ora più che mai un must in un mondo globalizzato e competitivo. È lavorando secondo i più alti standard possibili che il Lussemburgo sarà in grado di mantenere il suo posto di attore di primo piano nel mondo della gestione patrimoniale e dei fondi di investimento. In questo contesto, è essenziale continuare a far evolvere mentalità e pratiche.

 

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