«L’americano medio – spiega l’esperto – tende a essere un big spender e non conserva abbastanza: è essenziale capire dove finirà questa enorme massa di denaro immessa sul mercato». Inoltre, secondo l’esperto, i ripetuti tagli di interesse decisi dalla banca centrale americana, che miravano a disinnescare le tensioni sui mercati, alla prova dei fatti potrebbero rivelarsi meno inefficaci a causa di uno scenario di tassi costantemente bassi.
L’esperto ricorda infatti che «in 12 riduzioni dei tassi sulle 14 decise negli ultimi 30 anni, i mercati azionari sono cresciuti nei 12 mesi successivi. Tuttavia erano tempi di inflazione altissima (1981) o valutazioni estremamente elevate (2001). Ora la situazione è alquanto diversa». Anche se le Borse permangono molto volatili l’esperto confida che si riprenderanno nel corso dei prossimi mesi, pur non raggiungendo i livelli di fine 2007.
In linea generale in questa fase le large-cap sarebbero da preferire rispetto alle società a piccola capitalizzazione: «negli ultimi anni molti hedge fund non hanno disdegnato sortite tra le small-cap. Una chiusura repentina delle loro posizioni porterebbe i titoli a trovarsi in una situazione particolarmente rischiosa». Inoltre l’esperto è prudente nei settori ciclici come le costruzioni, le infrastrutture, gli automobilistici, e continua ad essere cauto anche nei settori finanziari, come più in generale sui mercati europei.
Tra i titoli preferiti van Tiggelen segnala le utility, le Tlc, le healthcare ma anche quelli del settore tecnologico: «alcune dot.com USA sono attualmente particolarmente appetibili. Negli ultimi mesi infatti hanno pagato un under value del 20-25% sulla loro quotazione reale».
Trovi tutte le altre interviste
ai protagonisti del mercato
su ADVISOR di luglio