Criptovalute: nuovo fondo sul Bitcoin quotato al Nasdaq di Dubai

Un fondo legato al Bitcoin di 3iQ è stato quotato sul Nasdaq di Dubai. Come riportato da Cryptonomist.ch, 3iQ è il maggior Digital Asset Manager del Canada, fondato nel 2012 da Jean-Luc Landry e Fred Pye, ed è stato il primo gestore di fondi di investimento canadese ad accettare termini e condizioni della regolamentazione dei titoli canadesi per gestire un fondo di investimento pubblico in Bitcoin per gli investitori accreditati del paese. I suoi fondi sul Bitcoin sono il 3iQ CoinShares Bitcoin ETF (BTCQ), e il Bitcoin Fund (QBTC).

Sul sito ufficiale del Nasdaq di Dubai il Bitcoin Fund di 3iQ è già comparso, e ieri risulta avere avuto un volume di scambi pari a circa 833mila dollari, con un prezzo di chiusura 38,30 dollari. Dalma Capital Management, con sede a Dubai, è l’organizzatore principale di questo collocamento. Si tratta del primo fondo del genere ad essere scambiato in Medio Oriente, e lo fu anche in Canada, lo scorso anno sulla Borsa di Toronto.  L’obiettivo sarebbe quello di raccogliere più di 200 milioni di dollari in particolare da investitori del Medio Oriente.

Il fondo Bitcoin listato sul Nasdaq di Dubai

Il Bitcoin Fund di 3iQ investe in partecipazioni a lungo termine su bitcoin come alternativa agli investimenti diretti in Bitcoin, offrendo quindi agli investitori uno strumento per esporsi ai suoi prezzi ma senza doversi occupare della custodia dei token. Il fondo inoltre non specula sulle variazioni a breve termine dei prezzi di Bitcoin.

Questa tipologia di prodotti finanziari sta riscuotendo molto successo in giro per il mondo, nonostante la SEC statunitense continui a non voler approvare un ETF su bitcoin per il mercato USA.

Da questo punto di vista invece è proprio il Canada ad essere più avanti, con diversi ETF su bitcoin già approvati e scambiati alla borsa di Toronto, e società come 3iQ che esportano questi prodotti finanziari anche su altri mercati.

Nonostante le preoccupazioni della SEC riguardo le possibili manipolazioni dei prezzi di BTC non siano affatto ingiustificate, gli USA rischiano di rimanere indietro su questo terreno, anche nei confronti di paesi, come il Canada, che non sono mai stati dei loro veri e propri competitor in ambito finanziario.

Non bisogna dimenticare che i mercati finanziari del Medio Oriente sono in crescita, anche grazie all’ampia disponibilità di capitali degli investitori mediorientali, pertanto è piuttosto curioso che siano i canadesi, e non gli statunitensi, a cogliere queste occasioni.

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