Patrimoniale e fisco: Franco delinea il futuro

Esclude l’ipotesi di una patrimoniale. Ipotizza la riorganizzazione delle aliquote dell’Iva, sottolineando che “non aumenterà”. Spiega inoltre che la riforma deve essere complessiva e non può essere fatta a pezzi. Insiste poi, come scrive Il Corriere, sulla necessità di utilizzare la leva fiscale per aumentare il tasso di occupazione e ridurre il cuneo fiscale.  Ma su un punto il ministro dell’Economia, Daniele Franco, è sicuro e non ammette sconti: la riforma del fisco non potrà essere fatta in deficit.

Il ministro ipotizza un prelievo «meno distorsivo possibile, stabile nel tempo e al contempo equo» che «favorisca la coesione sociale», ma anche «semplificato e razionalizzato», per «sostenere una crescita economica sostenibile e duratura». Lo annuncia durante un’audizione alle commissioni riunite Finanze di Senato e Camera. Il governo sulla riforma fiscale ci sta già lavorando e potrebbe vedere una prima luce entro le prossime settimane.  Secondo il Pnrr, «la riforma fiscale è parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee». E lo stesso Franco la definisce una priorità nonché una sfida di proporzioni importanti. Senza contare che la riforma servirà anche «per riordinare» l’assetto normativo, «un’opera di codificazione senz’altro condivisibile». Dovrà essere quindi «una riforma ampia, organica e condivisa». Non ci sarà alcuna patrimoniale, ma sulle «tax expenditures», le agevolazioni fiscali, l’obiettivo è di ridurre e semplificare.

Il costo dell’operazione

Durante l’audizione rimangono nascosti i costi della riforma. Punto che verrà fissato più avanti nelle prossime sessioni di bilancio.  Le stime ballano su cifre che vanno da 13 ad oltre 20 miliardi.  Molto dipenderà da come e quando entreranno in vigore le misure. Tuttavia pesa  l’incertezza dovuta all’emergenza pandemica e le risorse non bastano, lo spiega lo stesso ministro: «In questo momento non siamo nelle condizioni di definire i margini di bilancio disponibili per tali interventi, le prospettive economiche sono ancora soggette ad un elevato grado di incertezza che riflette principalmente l’evoluzione dello scenario epidemiologico». La riforma è ipotizzabile avrà natura graduale, in profonda dipendenza con il recupero delle risorse – aggiunge – anche grazie al contrasto all’evasione fiscale.

Irap e occupazione

Un primo focus sarà il superamento dell’Irap. L’intervento, a detta del ministro, sarà  «una priorità da perseguire rapidamente», perché per le aziende è un sistema ancora troppo «oneroso e difficile da gestire». La riforma dovrà poi toccare anche l’occupazione, favorendola. Il tasso di occupazione oggi in Italia si attesta al 58%.  «Nel nostro Paese è troppo basso, soprattutto per giovani, donne e Sud» commenta il ministro.

L’Iva

Infine, Franco annuncia che la regia non ha intenzione di aumentare l’Iva. Piuttosto si tratterebbe di una «razionalizzazione del numero di aliquote e anche una ricomposizione di beni delle varie categorie, questo sì».
La riforma servirà piuttosto a semplificare e a migliorare «l’efficienza dell’imposta attraverso una riduzione della elusione e dell’evasione». Ma per il futuro, «se si intende ridurre la pressione fiscale in modo strutturale — spiega Franco —, serve contemporaneamente agire per contenere l’incidenza della spesa pubblica sul Pil», questo anche grazie ad «un aumento dell’efficienza dei programmi di spesa».

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