Investimenti, ecco l’asset allocation perfetta per il secondo semestre

Di seguito un’analisi a cura di Akram Gharbi, Head of High Yield Investment di La Française AM

Performance dell’asset class

Dall’inizio dell’anno, il mercato High Yield (espresso in Euro) ha mostrato una performance del 3,3%, mentre l’indice Global Investment Grade è negativo, a -1%. Geograficamente, i mercati High Yield USA (+3,6%) ed europeo (+3%) hanno sovraperformato le altre aree geografiche, specialmente i mercati emergenti. Il mercato High Yield asiatico ha registrato la performance peggiore tra tutti i mercati (+0,4% da inizio anno) dovuto all’aumento di credit event e default in Cina (China Fortune Land, Huarong, Evergrande, ecc.). Il tasso di default negli USA è significativamente basso, mentre rimane relativamente stabile in Europa.

Previsioni per il mercato High Yield nella seconda metà dell’anno

Le sfide principali per la prossima metà dell’anno riguarderanno le attese sui tassi di default e le valutazioni.

Nei prossimi sei mesi il tasso di default negli Stati Uniti dovrebbe mantenersi al di sotto del 3,5% mentre in Europa dovrebbe restare stabile sul 2%, grazie alla diffusione del vaccino nei Paesi sviluppati e al proseguimento delle politiche monetarie accomodanti. Crediamo che la fine degli aiuti da parte dei governi non avrà un impatto negativo sui tassi di default negli USA e in Europa. Infatti, le società High Yield in queste due aree hanno goduto di condizioni di mercato favorevoli per aumentare la liquidità nei loro bilanci. Inoltre, attualmente la liquidità è ai massimi storici, oltre il 30% del loro debito lordo.

Nei Paesi emergenti, comunque, ci aspettiamo un aumento di default per la fine dell’anno (la nostra previsione è tra il 4% e il 7% alla fine del 2021), dovuto a una ripresa economica più debole, una situazione sanitaria ancora fragile, condizioni finanziarie più restrittive (nel caso della Cina) e una situazione politica problematica in America Latina, Turchia, ecc. 

In termini di valutazioni, gli spread del mercato globale High Yield dovrebbero oscillare in un range di 320-360 bps per la fine dell’anno e la maggior parte della performance residua per il 2021 verrà dal carry.

E il rischio inflazionistico?

Non condividiamo l’ipotesi di un ritorno durevole dell’inflazione, un evento che potrebbe avere conseguenze negative sulle politiche implementate nei Paesi sviluppati e sui mercati finanziari. A nostro avviso, il recente aumento dei prezzi negli Stati Uniti, e in minor misura in Europa, è un fenomeno transitorio, poiché legato a fattori ciclici e problemi logistici che dovrebbero risolversi gradualmente.

Un’inflazione duratura, intesa come un aumento dei prezzi di beni e servizi che si autoalimenta, presuppone un crollo significativo e di lungo termine nell’offerta globale. Questo si verifica tipicamente quando si presenta un’impennata di default aziendali o in tempi di guerra. Dal momento che questi due fattori non sono presenti nel ciclo attuale, non temiamo un ritorno dell’inflazione. Infine, crediamo che le politiche monetarie rimarranno accomodanti nei Paesi sviluppati, il che favorirà gli asset rischiosi, incluso il segmento High Yield.

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