Decalia, nuovi fondi ed espansione nel Sud Europa

Decalia, società svizzera di investment management che ha tra i soci fondatori Alfredo Piacentini (nella foto a destra) e Rodolfo De Benedetti, intende rafforzarsi in Italia. Intanto, dopo la recentissima apertura di un ufficio a Zurigo, guarda alla Spagna, dove “abbiamo assunto uno dei migliori agenti di collocamento in Spagna per commercializzare i nostri fondi tematici alla clientela istituzionale”, spiega a Bluerating.com Xavier Guillon, partner, responsabile dei fondi Decalia e business development, nel corso di un incontro con gli analisti. Il gruppo, che oggi conta su 4,5 miliardi di franchi svizzeri in gestione, in Italia ha già autorizzato 15 fondi sia per la clientela retail sia per quella istituzionale. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato lanciato 1° ottobre e si chiama Decalia Eternity e a novembre sarà la volta di un altro fondo, sempre multitematico. Decalia è operativa su tre linee di business: il wealth management, l’asset management e il private market, area in cui ha già investito un miliardo di franchi svizzeri. Il gruppo è estremamente attivo. Tanto che, con Nextam Partners, Alfredo Piacentini e Rodolfo De Benedetti, insieme a Gabelli di Gamco e Alph Capital, hanno ricomprato l’80,1% della Sim di Carlo Gentili, la Nextam Partners appunto. La società nell’estate del 2019 aveva venduto il 100% della boutique del WM a Banca Generali. Ora questa operazione deve dare i suoi frutti e a breve se ne conosceranno meglio i dettagli.

Una view per i portafogli. Decalia resta ottimista sul mercato azionario che, sebbene costoso nelle valutazioni, non può che essere l’unica asset class da preferire se si vuole dare performance al portafoglio. Per Fabrizio Quirighetti (nella foto a sinistra), cio ed head of Multi-Asset strategies di Decalia, “il Pil a livello globale è previsto in rialzo ma le stime sono forse troppo ottimistiche. Pesano il grande rialzo del costo delle materie prime, l’inflazione, l’aumento del prezzo del petrolio, la scarsità di alcuni materiali. Certamente, però, anche togliendo un punto percentuale di Pil, la crescita rimarrebbe solida”. Continua Quirighetti: “dato che c’è poco spazio per un aumento delle valutazioni, soprattutto se i tassi continuano a salire gradualmente, i migliori guadagni sono probabilmente alle nostre spalle. Ecco perché gli analisti azionari e i gestori di portafoglio guardano ora alla stagione dei rapporti sugli utili che inizierà tra una decina di giorni, non tanto per i risultati effettivi del terzo trimestre quanto per gli indizi sui trimestri a venire”. E sottolinea: «l’aumento dei costi di produzione, il rallentamento della crescita del Pil e gli effetti di base più difficili da battere porteranno certamente a qualche delusione e a una maggiore dispersione e volatilità dei prezzi delle azioni. Tuttavia, una crescita dei rendimenti complessivamente solida, anche se ovviamente più lenta di quella a cui ci siamo abituati negli ultimi tre trimestri, può estendere il mercato toro nel tempo, a parità di altre condizioni”. Quanto all’inflazione, afferma Quirighetti: “l’aumento dei prezzi dell’energia ha un effetto deflazionistico sull’economia delle famiglie, dato che il maggior costo per riscaldamento e trasporti impatta sui consumi riducendoli e quindi calmierando i prezzi”.

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