NN IP, in direzione del cambiamento

Tutti gli occhi sono puntati sulla qualità e la possibilità degli investimenti verdi. Mercato che stando a Bloomberg intelligence, è in forte crescita. Gli asset ESG secondo la ricerca potrebbero raggiungere presto i 53 trilioni di dollari, esattamente entro il 2025. L’Europa in questo scenario farà da traino.

Il ruolo del vecchio continente in questa rivoluzione è presto spiegato: al fine di avallare tale cambiamento, l’Ue ha disposto una strategia normativa di vasta portata finalizzata ad aumentare la trasparenza e ridurre il rischio di greenwashing.

Sfdr2, tassonomia e Mifid: nei prossimi mesi cosa succederà? “Per mettere in pratica queste norme è chiaro bisognerà lavorare sulla governance” ammette Adrie Heinsbroek, Chief Sustainability Officer di NN Investiment Partners in occasione della conferenza “NN IP: i nuovi argomenti UE sulla finanza sostenibile spingono il cambiamento”. Al netto del titolo, appare chiaro che la normativa europea non sia abbastanza per spingere il mondo economico verso un vero cambiamento, serve una spinta che parta dall’interno, dal cuore aziendale.

L’impatto della normativa sul settore degli investimenti è quella di dare dei paletti, uno schema entra cui lavorare, lasciando una certa libertà d’azione. “Fare i giusti passi, guardare alla giusta direzione. Le regole si pongono come luci da controllare. C’è una luce rossa da non sorpassare” ha commentato Heinsbroek, che aggiunge: “Ora tocca ai gestori patrimoniali impegnati sulla frontiera dell’innovazione fornire una nuova visione d’investimento”.

E non è un caso che i gestori europei stiano guardando all’avanzamento dell’SFDR, strumento pensato appositamente per valutare il grado di sostenibilità del profilo dei fondi. Benché alcune norme siano già in vigore, le disposizioni di Livello 2 sono ancora in fase di elaborazione, così che l’adesione è stata posticipata a luglio 2022.

Nelle possibili novità rientrerebbe l’idea di avere un data base gratuito di informazioni relative ai componenti ESG dei fondi e quella di creare dei green bond che incentivino gli investimenti in questo senso. “I green bond sono degli asset reali che rimarranno. In questo senso sono felice di vedere. La difficoltà è catalogarli in modo preciso. L’UE deve provare questa strada, non è facile ma la gente deve fare di tutto perché questo avvenga” commenta Heinsbroek, che però – per quanto riguarda il data base – avvisa: “Sono favorevole per il free data base, ma se paghi puoi aspettarti una qualità dei dati più alta. Penso che questo tipo di dati è una buona idea, aiuterebbe di avere più informazioni e aiuterebbe più gente nella propria decisione. Bisogna però essere cauti su quali dati inserire e in che modo, per evitare fraintendimenti sulle dichiarazioni dei fondi”.

Ad ogni modo analisi del genere non sono nuove per NN IP: “È un vantaggio che abbiamo in NN” afferma Merzagora. “Il Covid ci ha mostrato quanto è importante riflettere sull’ambiente. Non si tratta di un costo, ma di un’opportunità” ha aggiunto.

Risulta chiaro inoltre che l’effetto delle nuove normative non si percepirà ancora per diversi anni, ma gli investitori possono – e in una concezione più larga, quasi morale, dovrebbero – adeguare i propri portafogli, poiché oltre a nuovi dati l’Ue darà vita, per l’appunto, a nuovi prodotti d’investimento.

“Possiamo noi asset manager avere un ruolo chiave nel cambiamento? Penso al green bond, ma inoltre credo che nuove regole possono aiutare a guidare il passaggio verso investimenti e finanziamenti più sostenibili” ha commentato Heinsbroek. Per gli investitori si tratterà di avere una gamma più ampia di prodotti nei quali investire. Ad esempio: le aziende dovranno non solo calmierare il proprio impatto ambientale, ma dovranno anche ingegnarsi a creare soluzioni innovative nel settore del riciclaggio, e inoltre intensificheranno le emissioni di obbligazioni versi. In tal senso l’investitore si ritrova ad avere un ruolo fondamentale, tradizionalmente affidato alle banche, ovvero poiché forniranno finanziamenti importanti nella finanza alternativa.

Infine occhi puntati alla COP26 : “Ciò che decideremo oggi avrà effetto tra dieci anni, quindi questo è il momento di cambiare” ha affermato Heinsbroek che non ha dubbi: “Siamo pronti”.

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