Polizze, il superbonus può essere un problema

Il superbonus impensierisce il settore assicurativo e il mondo degli agenti. Come riporta il Sole 24 Ore, per gli interventi di ristrutturazione ed efficientamento sotto accusa sono i nuovi materiali, utilizzati per coibentare, ma anche le colonnine per la ricarica delle batterie a volte inserite all’interno degli edifici oggetto di ammodernamento.  Tutti elementi che potrebbero incidere sui rischi tipici legate alle strutture che beneficiano di questi interventi, con derivante possibile aumento dei premi delle polizze e delle tariffe assicurative associati.

Questo nuovo elemento aleatorio va ad aggiungersi a uno scenario di mercato che già di suo non è dei più sereni. Ad inizio anno le borse hanno subito uno scrollone sui mercati azionari, spaventando gli investitori. Dopo due quasi due anni, l’indice S&P 500 ha segnato uno dei peggiori inizi d’anno dal 1929.

La situazione ha messo in evidenzia un importante cambiamento: chi investe sembra non essere più abituato ai fisiologici movimenti, con la paura a prendere spesso il sopravvento. Un comportamento anomalo per chi dovrebbe invece fissare obiettivi e puntare su strategia a lungo termine.

Il breve termine genera sempre incertezza, e per l’equity solo un orizzonte decennale può portare un rendimento certo. Le banche centrali, nel ultimi dieci anni, hanno alterato il quadro dei mercati: reduci da trent’anni di discesa di rendimenti verso lo zero, ma ora la situazione sembra cambiare. La fase di mercato attuale è molto complessa da decifrare: il livello attuale di rendimento dei titoli di stato Usa a 10 anni all’1,80% a fronte di dati correnti all’inflazione al 7%. In tutto ciò, la diversificazione resta comunque l’unico antidoto per generare i rischi e controllare la volatilità. 

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