Dws, la rivoluzione Green&Blue

L’intervista è uscita nella Cover Story del numero di BLUERATING di febbraio

Blu come i mari e gli oceani, verde come i prati o i boschi. Ci sono due colori che, oltre a evocare l’immagine di una natura incontaminata, ben rappresentano i temi d’investimento su cui punta oggi una grande casa di gestione internazionale come Dws, uno dei principali asset manager a livello globale con 880 miliardi di euro di patrimonio in gestione (dati aggiornati al 30 settembre 2021). È la rivoluzione Green&Blue che, anche nella comunità finanziaria, sta portando al centro dell’attenzione la sostenibilità ambientale, ma anche la responsabilità sociale e la trasparenza della governance, identificate dagli addetti ai lavori della business community internazionale con la sigla Esg (Enviromental social and governance). Si tratta di tematiche che non riguardano soltanto la salvaguardia dell’ecosistema ma che interessano anche altri ambiti come la transizione energetica e l’economia delle zone marine e costiere, oggi sempre più bisognose di un modello di sviluppo sostenibile. Di questa necessità è ben consapevole Alexia Giugni, che dal dicembre del 2020, dopo molti anni di esperienza nel settore finanziario, ricopre la carica di country head per l’Italia di Dws. In questa intervista rilasciata a BLUERATING, Giugni spiega come questa rivoluzione Green&Blue sia destinata a lasciare il segno sui mercati e offra anche notevoli opportunità agli investitori.

Dottoressa Giugni, oggi nel settore del risparmio gestito tutti parlano di megatrend e di sostenibilità. Ma come bisogna avvicinarsi a questi temi?

Premesso che si tratta di temi ormai imprescindibili legati alle grandi sfide ambientali e sociali che abbiamo di fronte, credo che gli investitori e i loro consulenti debbano seguire un approccio diverso rispetto al passato: accanto a un’allocazione core del portafoglio, piuttosto che aggiungere una esposizione settoriale è preferibile investire su certe tematiche che sono trasversali a diversi settori. È un approccio di cui abbiamo tenuto conto anche nel modulare la nostra offerta di fondi e di strategie.

 Può fare qualche esempio?

Uno dei temi d’investimento è per esempio quello delle infrastrutture. La riconversione dell’economia verso un modello più sostenibile e attraverso una transizione energetica non può prescindere dall’esistenza di infrastrutture moderne ed efficienti. Le aziende che operano in questo settore forniscono anche una naturale protezione dall’inflazione, poiché operano in genere in regimi di tariffe amministrate che si adeguano all’aumento dei prezzi. Il nostro DWS Invest Global Infrastructure sta riscuotendo molto interesse e ha recentemente superato i 2 miliardi di euro di masse in gestione. Investe sia nelle infrastrutture cosiddette tradizionali, legate a trasporti, alle utility e all’energia, sia in quelle di nuova generazione, come le reti in fibra ottica, i data center o le torri di telecomunicazione. Sulle infrastrutture di nuova generazione abbiamo creato anche un fondo dedicato: il DWS Invest ESG Next Generation Infrastructure. Stesso approccio “trasversale” lo troviamo anche nel fondo che lanciamo proprio questo mese, DWS Invest ESG Women for Women, gestito da un team di 12 donne, che valorizza quelle aziende attente ai temi sociali della sigla Esg. I fattori sociali oggi sono sempre più importanti per il successo delle aziende e possono fare la differenza. Anche per il pubblico crescente di risparmiatrici a cui ci rivolgiamo con questo fondo.

Oggi nella comunità finanziaria si parla molto anche di cambiamenti climatici. Come investire su questo tema?

Una premessa: per mitigare i cambiamenti climatici e per adattarsi all’innalzamento delle temperature del Pianeta sono necessari enormi investimenti in tecnologia. Per questo abbiamo creato il fondo DWS Invest ESG Climate Tech che, grazie al suo track-record, ha conseguito il rating 5 Stelle Morningstar. È un prodotto azionario globale che investe in aziende leader nello sviluppo di tecnologie che consentono appunto di attenuare gli effetti del Climate Change. Tuttavia, vorrei sottolineare un aspetto importante: quando si fa riferimento alla sostenibilità, si parla spesso di green ma in futuro si dovrà sempre più parlare anche di Blue Economy.

 Di cosa si tratta?

È quell’insieme di attività che ruotano attorno alle zone costiere, ai mari e agli oceani, che sono fondamentali, sia dal punto di vista ambientale che economico. Non possiamo prescindere dal fatto che il nostro Pianeta sia ricoperto d’acqua per oltre il 70% e che le attività legate ai mari, se messe tutte assieme, rappresentino di fatto l’ottava economia del mondo. Dws è stato tra i primi asset manager a occuparsi di questo tema, grazie al lancio di un fondo specializzato: il DWS Concept ESG Blue Economy.

Quale scenario dobbiamo aspettarci sui mercati nei prossimi mesi?

Sicuramente un tema che guiderà i mercati nei prossimi mesi è la ripresa dell’inflazione, che è più evidente in America che in Europa. Proprio per questa ragione, oggi il Vecchio Continente sembra poter tollerare un livello di tassi bassi più a lungo, mentre negli Stati Uniti la Federal Reserve ha assunto una posizione un po’ più restrittiva. Fatte queste premesse, anche se riteniamo che la fiammata inflazionistica si attenuerà nella seconda parte dell’anno, abbiamo una view più favorevole ai mercati azionari europei che potrebbero colmare il gap di valutazione accumulato lo scorso anno nei confronti delle piazze d’Oltreoceano.

Qual è invece la vostra view sull’obbligazionario?

Mentre nel segmento dei titoli governativi ci sono rendimenti reali negativi, crediamo ci sia ancora valore in alcune aree del reddito fisso. In particolare il mercato dei corporate bond high yield, che dovrebbero beneficiare di un tasso di default molto basso grazie a un andamento favorevole dell’economia. Anche su questo fronte, come nell’azionario, la nostra view predilige i mercati europei, anche se i titoli high yield Usa, molto legati al settore energetico, non avranno comunque problemi di default. Nell’obbligazionario siamo positivi anche sul credito dei mercati emergenti, i cui fondamentali sono positivi

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