Fondi, da Federated Hermes un comparto sulla biodiversità

Con l’ambizione comune di far crescere la consapevolezza e promuovere la tutela della biodiversità, Federated Hermes ha lanciato il Biodiversity Equity Fund, in collaborazione con il Natural History Museum di Londra. Il fondo è gestito da Ingrid Kukuljan, Head of Impact and Sustainable Investing per la divisione internazionale di Federated Hermes, ed è classificato come articolo 9 SFDR.

Doug Gurr, direttore del Natural History Musuem, ha commentato: “Siamo lieti del lancio di questo fondo che incoraggia gli investimenti in società che aiutano a preservare e a ripristinare la biodiversità, ed entusiasti di vedere che Federated Hermes ha deciso di adottare il Biodiversity Trends Explorer che abbiamo sviluppato internamente. Insieme possiamo rallentare la curva della perdita di biodiversità e creare un mondo in cui possano prosperare sia le persone sia il pianeta”.

Il fondo è stato sviluppato per rispondere alla crescente domanda di soluzioni orientate a sostenere obiettivi globali in tema di biodiversità, con l’obiettivo di ottenere una rivalutazione del capitale nel lungo termine investendo in un portafoglio concentrato di società che stanno contribuendo a tutelare e ripristinare la biodiversità.

Il team di Federated Hermes ha condotto ricerche approfondite sulle principali minacce alla biodiversità a livello regionale e globale, definendo sei temi d’investimento per il Biodiversity Equity Fund: inquinamento terrestre, inquinamento e sfruttamento marino, vivere in modo non sostenibile, cambiamento climatico, agricoltura non sostenibile e deforestazione. Sono tutti ambiti dove operano società che contribuiscono a contenere la perdita di biodiversità o a fornire soluzioni a specifici rischi collegati. Ognuno di questi temi ha poi molteplici sotto-segmenti allineati a specifici Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (Sdg).

Ingrid Kukuljan, ha spiegato: “Gli impatti negativi della perdita di biodiversità rappresentano un rischio sistemico per l’economia globale e dobbiamo smettere di dare per scontato che il nostro pianeta riuscirà a sopravvivere sempre e comunque. Crediamo che ora sia un momento cruciale per investire in società che aiutano a mitigare la perdita di biodiversità. Siamo convinti che vi sia un’ampia disponibilità di titoli di qualità, investibili, che forniscono agli investitori acceso a questo megatrend e anche un ritorno economico”.

Sonya Likhtman, engagement specialist, si focalizzerà nell’attività di engagement legata al fondo, supportata da EOS, la piattaforma globale di stewardship di Federated Hermes. In questo modo sarà garantita l’attività di engagement con le società in portafoglio su temi quali cambiamento climatico, deforestazione, sistemi alimentari sostenibili e plastica.

Il Natural History Museum ha sviluppato una metrica scientificamente rigorosa, il Biodiversity Intactness Index (Bii), che stima la perdita di biodiversità in un’area geografica utilizzando una combinazione di dati sull’utilizzo del suolo, sull’ecosistema, sulle specie e sulla popolazione per rappresentare con una semplice cifra la quota di “intatto”, cioè la percentuale della comunità ecologica naturale che ancora persiste in una determinata area. L’anno scorso il museo ha reso pubblici questi dati attraverso uno strumento online, il Biodiversity Trends Explorer, per permettere agli utenti di confrontare lo stato della biodiversità degli ecosistemi locali tra i differenti paesi e come diversi possibili futuri economici influenzeranno la natura nei paesi sviluppati e in via di sviluppo nel corso dei prossimi decenni. Federated Hermes sta utilizzando questi dati per aiutare a sostenere e a definire le decisioni di investimento per il portafoglio del fondo.

Federated Hermes e il Natural History Museum hanno collaborato per comprendere come gli esperti di biodiversità e gli scienziati del museo potessero creare un collegamento tra gli impatti della biodiversità osservati e le soluzioni di investimento. Federated Hermes, inoltre, donerà al Natural History Museum il 5% delle entrate nette delle commissioni di gestione del nuovo fondo.

Ingrid Kukuljan conclude: “Stiamo acquisendo conoscenze critiche utilizzando i dati del Biodiversity Trends Explorer del Natural History Museum e siamo lieti di finanziare il lavoro del museo in quanto custode di una delle collezioni scientifiche più importanti al mondo”.

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