“Siamo fortemente convinti che l’intelligenza artificiale (AI) stia rivoluzionando tutti i settori e quello degli investimenti non fa eccezione“. Ad affermarlo è Gautam Samarth, gestore del fondo M&G (Lux) Global Maxima di M&G.
Il vostro fondo utilizza l’Intelligenza Artificiale nella fase di stock selection a supporto del team di investimento. Perché?
Avere a disposizione computer e algoritmi che esaminano una grande quantità di dati e identificano modelli su base sistemica consente di coprire un ampio universo di titoli. Il nostro ad esempio è di circa 8 mila società e questo a mio avviso rappresenta un vantaggio competitivo rilevante nella gestione rispetto al modo tradizionale di fare ricerca, in cui è possibile coprire solo poche centinaia di realtà.
Da quando sono entrato in M&G, nel 2013, è subito apparso chiaro che tra le aziende brillanti che incontravamo nell’attività di analisi, quelle che sapevano distinguersi maggiormente erano quelle realtà che investivano in AI. E questa è stata una delle principali ragioni che più ci ha motivato a investire in AI.
Si tratta di un sistema in grado di evolvere a seconda di come cambia lo scenario?
Sì, è un sistema che impara dai dati. Per questo all’inizio è stato necessario costruire un enorme database contenente tutte le società quotate in Borsa negli ultimi 25 anni a livello globale. Per ognuna di queste aziende abbiamo raccolto dati sui fondamentali, come conto economico, flussi di cassa, dati di bilancio, metriche di valutazione e dati tecnici, come prezzi e volumi di scambio. Tutte informazioni di cui tiene conto un’analista fondamentale per valutare una società. Ad oggi abbiamo raccolto circa 2 miliardi di dati.
È un database ampio e in costante in evoluzione. L’aggiornamento continuo dei nostri modelli consente loro di imparare dai dati più recenti e dalle nuove tecniche di profilazione. Apportiamo cambiamenti importanti ai nostri modelli su base annuale, ma modifiche minori avvengono durante tutto il corso dell’anno.
Se si utilizzano questi dati in abbinata agli algoritmi di apprendimento automatico è possibile comprendere il nesso tra i dati sottostanti e l’andamento dei prezzi delle azioni.
L’intelligenza artificiale escluderà il fattore umano?
Assolutamente no. Il nostro processo di investimento si compone di tre fasi e il fattore umano è sicuramente importante in ognuna di queste.
La prima fase è la scelta della strategia, nella quale il fund management decide quale tipo di modello basato sull’intelligenza artificiale intende creare.
La seconda fase è la “selezione dei dati”, un aspetto cruciale dell’intero processo, in cui si decide cosa selezionare per sviluppare e/o istruire i modelli.
Una volta che il modello è pronto inizia l’ultima fase: la supervisione del modello stesso. Qui decidiamo, infatti, quali suggerimenti provenienti dal modello applicare e quali evitare. È facile intuire, anche in questo caso, l’importanza della componente umana che supervisiona ogni scelta.
Una volta ponderate le opportunità rispetto ai rischi, decidiamo infine quali titoli includere in portafoglio.
Applicate un market cap minimo allo screening delle azioni o no?
Sì. I nostri market cap cambiano man mano che cambiano le dimensioni del fondo. Idealmente cerchiamo di assicurarci che qualsiasi titolo presente in portafoglio si possa comprare o vendere entro un giorno, o nel peggiore dei casi, in due/tre giorni, senza impattare sul prezzo delle azioni.
Escludete alcuni settori o Paesi nella vostra analisi?
Di fatto ci allineiamo alla M&G ESG Exclusion Policy ed escludiamo tutta la filiera che opera nel mercato delle armi e munizioni. Inoltre, a livello di società abbiamo di recente elaborato una Thermal Coal Investment Policy che ci pone in prima linea nell’esclusione degli investimenti in carbone termico entro il 2030 per quanto riguarda i Paesi sviluppati e il 2040 per i mercati emergenti.
Quali settori e Paesi hanno contribuito maggiormente alla performance del fondo l’anno scorso?
In generale, il driver principale della performance del fondo è la ricerca di alpha o lo stock picking, non le prese di posizione in termini di settori o Paesi. Detto ciò, i settori che hanno contribuito maggiormente alla performance nel 2021 sono stati quello industriale e dei consumi. Ci tengo a sottolineare però che la maggior parte dei settori coinvolti ha dato un contributo positivo, ad eccezione dell’healthcare. Anche lato Paesi, quasi tutti hanno contribuito in egual misura. Non c’è stato un Paese che ha sovraperformato rispetto ad altri.
Qual è la performance del fondo e il turnover del portafoglio del fondo e quanti titoli possiede in media?
L’M&G (Lux) Global Maxima Fund è stato lanciato nel dicembre 2019 e da allora ha sovraperformato il benchmark di riferimento (MSCI ACWI Net Return Index) ogni anno. Nel 2020 il fondo in classe di azioni A Acc in Euro ha sovraperformato il benchmark di circa il 3% (+9,1% vs +6,7%). Considerando la stessa classe di azioni, nel 2021 il benchmark è stato superato di circa il 5% (32,5% vs 27,5%) e anche quest’anno il fondo sta sovraperformando di circa l’1% (-1,9% vs -3,1%). Risultati legati in parte anche alla dinamicità della strategia, dinamicità che è rappresentata dal turnover del portafoglio. Un turnover in realtà abbastanza elevato. Il portafoglio, infatti, cambia quasi completamente ogni trimestre. Questo ci consente di agire rapidamente sulla base delle indicazioni del modello.
Quanti titoli avete in media nel vostro portafoglio?
Abbiamo iniziato con circa 60 titoli. Oggi ne abbiamo 95.