Salone del Risparmio 2022, è tempo di tirare le somme

 Un’edizione da record, con numeri di partecipazione mai visti prima, nemmeno nella fase pre-pandemica: circa 20.000 i visitatori, di cui più di 13.000 presenti al Mi.Co. nel corso della tre giorni, mentre gli utenti collegati in streaming su FR|Vision sono stati quasi 7.000. La dodicesima edizione del Salone del Risparmio si chiude così, con una conferenza dedicata a fiducia, investimenti e conoscenza, tre pilastri portanti per lo sviluppo economico e sociale del Paese.

Il Presidente di Assogestioni, Carlo Trabattoni, ha concluso i lavori ringraziando i visitatori. “Ringraziamenti che doverosamente estendo al Direttore Generale di Assogestioni, Fabio Galli, e a tutta l’Associazione, ai tre Vicepresidenti, a tutte le Istituzioni e ai numerosi media che hanno contribuito ad arricchire i momenti di dialogo e confronto di questi giorni. Da qui guardo con ancora più entusiasmo al mio percorso di Presidenza nel prossimo triennio, con la convinzione che le persone saranno il vero motore dello sviluppo della nostra industria. In particolare, i risparmiatori, che dovranno essere il fulcro delle nostre strategie. In questi giorni abbiamo avuto la conferma di come la fiducia, e quindi le relazioni umane, siano fondamentali per lo sviluppo di un’industria sempre più orientata agli obiettivi di lungo termine, che combinino performance finanziarie e sostenibilità. Le variabili ambientali, sociali e di governance non possono più essere considerate semplicemente variabili extra-finanziarie, ma sono parte integrante del dovere fiduciario che il settore del risparmio gestito ha nei confronti di tutte le tipologie di investitori, istituzionali, professionali e soprattutto dei risparmiatori.

Questi ultimi sono coloro ai quali dobbiamo guardare con più attenzione, con iniziative di educazione finanziaria che li possano accompagnare in una gestione ottimale della liquidità, alla luce del ritorno dell’inflazione, e delle fasi di volatilità di mercato, come quella attuale, inasprita dalle tensioni geopolitiche. È responsabilità della nostra industria accompagnare gli investitori con soluzioni trasparenti, chiare e comprensibili. In questo percorso, dobbiamo essere in grado di sfruttare le opportunità che ci fornisce l’innovazione, e in particolare la tecnologia digitale, sia in ambito di prodotto, che di servizio, che di educazione finanziaria, non da ultimo per avvinarci alla platea degli investitori del futuro”.

I risparmiatori sono anche al centro dello studio Assogestioni-Censis, la cui terza edizione è stata presentata in occasione della plenaria di chiusura. Il Rapporto indaga la propensione a risparmiare e investire delle famiglie italiane nel post-pandemia. Una fotografia incentrata sui fattori umano ed emotivo, utile agli operatori per acquisire maggiore consapevolezza sul sentiment del risparmiatore.

Fabio Galli, Direttore Generale di Assogestioni, ha affermato: “Dal Rapporto emergono le competenze nascoste dei risparmiatori italiani, vale a dire il serbatoio di valori e di capacità al quale hanno saputo attingere per far fronte ai momenti di maggiore incertezza degli ultimi mesi”.

I dati mettono in luce un’evidenza chiara che riguarda il risparmio gestito: chi lo conosce e chi lo apprezza. Il 40,0% degli italiani (la percentuale sale al 55,7% tra le persone benestanti) conosce gli strumenti del risparmio gestito. Tra chi li conosce, il 46,2% ne ha fiducia. La propensione a investire nei prodotti del risparmio gestito risulta buona: il 53,1% dei risparmiatori lo farebbe e il 10,9% lo ha già fatto in passato. Decisivo è il ruolo della consulenza finanziaria, da cui il 40,8% degli italiani si aspetta chiarezza, cioè esposizioni semplici dei rischi e delle opportunità degli investimenti. Il 39,5% si aspetta competenza, il 24,3% attenzione alle esigenze del cliente, il 21,7% esperienza.

Nel suo intervento Giorgio De Rita, Segretario Generale del Censis, ha sottolineato che “la corsa al risparmio degli italiani è incessante e rappresenta una quota che continua a crescere, trainata dalla liquidità. Una propensione al risparmio diventata strutturale e caratterizzata dalla paura e dall’incertezza per il futuro: il risparmio è la risposta degli italiani a questa paura. Il nostro Rapporto mostra come i risparmiatori italiani, pur con differenti comportamenti, abbiano però un tratto comune: sono pronti a fare sacrifici. Il Rapporto individua 4 gruppi di risparmiatori – gli impauriti, i cauti, gli investitori moderati e quelli (un po’) più audaci – e il loro rapporto con i consulenti, da cui emergono aspetti interessanti: il livello di fiducia verso i consulenti è alto, gli italiani cercano rassicurazione e chiedono competenza e comprensione delle proprie specifiche esigenze. Tutto questo – conclude De Rita – fa crescere l’ottimismo verso il futuro e l’industria del risparmio gestito deve saper sfruttare al meglio questo bonus-fiducia che i risparmiatori le riconoscono”.

Nel corso della plenaria di chiusura è intervenuto anche Marco De Rossi, Ceo di WeSchool, la maggiore impresa di EdTech italiana e tra le maggiori in Europa, ha sottolineato come “il cambiamento del lavoro innescato dalle piattaforme digitali, rafforzato dalla pandemia e dal lavoro agile e accelerato dall’incertezza del nuovo contesto geopolitico e finanziario creano un nuova fase economica dove la supremazia tecnologica e l’autonomia dei talenti disegnano le professioni del domani, facendo convergere il “Future of work” con il “Future of Education”. L’innovazione della didattica e della formazione, dalle scuole primarie al reskilling dei cittadini adulti, diventa per noi europei la sfida per rimanere rilevanti” conclude De Rossi.

 

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