Ivass, nuovo allarme sulle polizze

La discesa nei prezzi del settore Rc Auto potrebbe essere giunta al capolinea. Come riportato da Il Sole 24 Ore, le riflessioni dei board assicurativi, trapelate nelle scorse settimane, vengono esplicitate anche dall’Ivass. “Dopo una riduzione dei premi Rc auto pari al 38% negli ultimi dieci anni, l’inflazione, incidendo in modo sensibile sui prezzi delle riparazioni e dei ricambi, rischia di interrompere il processo” – ha spiegato Luigi Federico Signorini, presidente dell’authority del settore assicurativo che ha presentato la relazione dell’attività svolta nel 2021. “Occorre dunque far leva sulla riduzione di inefficienze e lavorare per eliminare o mitigare talune distorsioni osservate sul mercato”.

Nel ramo RC Auto, secondo un’analisi presentata dall’autorità, le tariffe italiane (353 euro in media nel primo trimestre 2022) sono tra le più alte nell’Ue, anche se continua il processo di convergenza: rispetto al 2008 il differenziale con la media europea si è ridotto di oltre il 50%. Restano marcate differenze territoriali, anche se il fenomeno è in attenuazione grazie alle black box utilizzata ormai dal 20% con una riduzione degli incidenti del 20% circa. Tuttavia Ivass lancia un alert anche su questo strumento. “Desta qualche preoccupazione l’apparente emergere di strategie di prezzo che fanno leva sugli elementi di “lockin” insiti nell’attuale struttura di applicazione”. In sintesi data la sostanziale intrasferibilità tra una compagnia e l’altra dei dati sulle abitudini di guida, per l’assicurato con black box la probabilità di cambiare compagnia alla scadenza si riduce del 60% circa, attenuando la spinta concorrenziale. “Nostre stime su un campione di circa 4 milioni di contratti indicano che tale prassi agevoli l’adozione da parte delle compagnie di strategie di prezzo basate sull’aumento del premio al crescere degli anni di permanenza” sottolinea Signorini, che spiega come tale fenomeno (price walking), su cui Ivass non mancherà di vigilare, stia suscitando attenzione a livello europeo (Eiopa) e nel Regno Unito.

Rca parte, se negli scorsi anni le compagnie hanno dovuto affrontare l’emergenza Covid ora il contesto bellico rappresenta un’altra dura prova. Al momento dello scoppio del conflitto, le assicurazioni italiane avevano un buon livello di patrimonializzazione. Le loro esposizioni verso emittenti di Russia e Ucraina sono ridotte e non destano situazioni di instabilità. Tenuto conto della situazione, Ivass sta mantenendo il monitoraggio degli indici di solvibilità che per ora non si sono ridotti sensibilmente: alla fine di maggio l’indice medio si collocava al 234% e nessuna impresa era scesa sotto il 100% (come del resto mai accaduto neppure nel 2021).
Restano i timori sull’esposizione delle compagnie ai titoli di Stato italiani pari a 310 miliardi di euro (336 a fine 2020). Per ora l’aumento dello spread si è accompagnato a un netto rialzo della curva dei tassi di interesse privi di rischio rilevata da Eiopa, fatto che influenza invece l’indice di solvibilità anche in senso positivo, grazie alla riduzione del valore attuale delle passività assicurative (riserve tecniche, diminuite dal 260% al 235 per cento). Il rialzo dei tassi ha invece influito negativamente sul saldo tra plusvalenze e minusvalenze latenti delle compagnie che sono passate, per la prima volta da diversi anni, in territorio negativo (circa sei miliardi a maggio). Alla fine del 2021 il saldo era invece positivo di ben 71 miliardi.

Nel 2021 il Roe delle compagnie è stato del 9% circa, in flessione rispetto all’11,6%del 2020 (ma in linea con il 2018), soprattutto per la contrazione della redditività nel danni, che nel 2020 aveva beneficiato della riduzione dei sinistri automobilistici dovuti al lockdown (solo in parte rimborsati ai clienti). Torna a livelli pre Covid anche la raccolta premi (+ 4%). Nel ramo vita, che è cresciuto del 4,5%, a trainare sono state le unit linked (con rischio a carico degli assicurati) +34.5%. La raccolta nel danni è cresciuta dell’1,9% grazie al “non auto”.
Nel corso dell’assemblea è stata inoltre data notizia che, d’intesa con la Banca d’Italia, è stato proposto al Governo un articolato progetto che vedrebbe Ivass trasformarsi in ente strumentale di Bankitalia, con una maggiore razionalizzazione dell’operatività e la realizzazione di economie di scala.

 

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