Investienti, l’analisi settimanale di Cassa Lombarda

Weekly Newsletter di Cassa Lombarda: l’analisi settimanale dei mercati finanziari (a cura dell’Advisory)

Macro review

La creazione di posti di lavoro in Usa supera le aspettative nel mese di luglio e porta il tasso di disoccupazione al 3,5%. Il rapporto sull’occupazione ha delineato il quadro di un’economia abbastanza solida, che avanza nonostante i trimestri di contrazione del Pil, con l’attività manifatturiera rimasta in territorio espansivo, mentre il settore servizi ha rallentato ulteriormente a luglio su minor domanda di beni (retail), trasporti e settore immobiliare a causa del rialzo dei tassi dei mutui.

Azioni

La settimana si è chiusa in media positivamente per l’azionario globale grazie all’andamento dei risultati trimestrali e alle aspettative di banche centrali meno aggressive. L’indice globale MSCI ACWI ha registrato la terza settimana positiva. Il Dow Jones ha chiuso la settimana in calo dello 0,1%, mentre Nasdaq Composite (+2,2%) e S&P 500 (+0,4%) hanno registrato la terza settimana consecutiva in rialzo, la miglior serie positiva dal primo aprile. Le tensioni geopolitiche tra Usa e Cina in seguito alla visita di Nancy Pelosi a Taiwan sono per il momento passate in secondo piano. È proseguito il recupero dei titoli tecnologici. Con la chiusura di venerdì, il Nasdaq ha recuperato quasi il 20% dal minimo di metà giugno, avvicinandosi alla soglia del “bull market”. I democratici hanno trovato un accordo per prevedere una nuova tassa dell’1% sui buyback di azioni.

Obbligazioni

Moody’s ha peggiorato l’outlook sul debito sovrano dell’Italia a negativo, citando sempre maggiori rischi derivanti dalla guerra in Ucraina e le dimissioni di Mario Draghi.

Valute e materie prime

La Bank of England ha deciso di alzare i tassi di 50 bps all’1,75%, come da attese degli analisti. È il maggior aumento in 27 anni (dal 1995). Tutte le opzioni restano aperte per il meeting di settembre. Il picco dell’inflazione è ora visto al 13,3% in ottobre. Dopo la decisione la curva inglese si è invertita segnalando il rischio recessione. Anche la Banca centrale indiana (RBI) ha alzato i tassi di 50 bps (15 bps in più della maggioranza delle attese degli economisti). Loretta Mester della FED di Cleveland ha dichiarato che i tassi dovranno salire oltre il 4% per rallentare l’inflazione. Le nuove previsioni della FED non arriveranno però prima di settembre. Il decennale americano è rimasto in area 2,8%, dopo aver toccato il massimo degli ultimi 11 anni in area 3,5% a metà giugno. L’indicatore di inversione della curva Usa (2-10 anni) è sui livelli più elevati dal 2000. L’Opec+ ha deciso di alzare la produzione di 100mila barili al giorno da settembre. I trader da un lato hanno valutato come modesto aumento dell’offerta dall’OPEC+, e dall’altro vedono come segnale negativo per il petrolio l’aumento delle scorte di greggio ed il calo della domanda di benzina negli Stati Uniti. Il petrolio Wti in settimana ha perso il 9,7%, il peggior calo settimanale dal primo aprile; giovedì, aveva chiuso sotto i 90 dollari per la prima volta dall’invasione russa dell’Ucraina, a causa dei timori sulla domanda, alimentati dai venti di recessione. Terza settimana di rialzo consecutiva per l’oro su domanda di “safe haven”, calo dei rendimenti dei bond e dollaro debole.

Outlook

I mercati monitorano l’andamento dell’inflazione a livello globale per capire se ci si stia avvicinando ad un picco. In Usa, il dato di luglio che sarà pubblicato questa settimana ed è previsto rallentare leggermente grazie al calo dei prezzi alla pompa. Nella giornata di giovedì la banca centrale del Messico è prevista alzare i tassi di 75 pb, all’8,5%.

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