Fondi, un settembre da dimenticare. Amundi tra i pochi sorrisi

Dopo le difficoltà di agosto, peggiora lo scenario degli afflussi legati all’asset management nostrano. A fine settembre il patrimonio del mercato italiano del risparmio gestito ammonta a 2.197 mld euro, per effetto dell’impatto dei mercati avversi sulle masse e del rallentamento della raccolta.

Nel dettaglio, secondo le stime dell’Ufficio Studi, l’effetto mercato è stato pari a -3,6%. La raccolta netta invece è stata di -3,3 mld euro nel mese.

Segno meno per i fondi aperti (-2,6 mld euro), con il comparto obbligazionario che torna in negativo per 1,8 mld euro. In rosso anche la raccolta netta dei fondi flessibili (-1 mld euro) e bilanciati (-700 mln euro). Resistono invece i prodotti azionari, che a settembre hanno raccolto 60 mln euro, confermando che prevale ancora, seppur di poco, la quota di investitori che vedono nella situazione attuale un’occasione di ingresso.

Sostanzialmente invariata la fotografia dei fondi chiusi, con +9 mln euro raccolti a settembre. A fine mese, il patrimonio totale delle gestioni collettive è di 1.156 mld euro, equivalenti al 52,6% delle masse.

Anche le gestioni di portafoglio hanno registrato un saldo lievemente negativo a settembre, per -700 mln euro, risultato di 850 mln euro di deflussi sul fronte istituzionale e di +150 mln euro raccolti sul fronte retail. Il patrimonio complessivo delle gestioni di portafoglio ammonta così a 1.041 mld euro a fine settembre, pari al 47,4% del totale.

A livello di gruppi, tra i tanti segni “meno” spicca invece la buona performance di Amundi, capace di portare a casa oltre 734 milioni di euro. Secondo gradino del podio per Poste, con afflussi netti superiori ai 318 milioni. Terzo posto infine per il gruppo Mediolanum, che registra una raccolta netta maggiore di 285 milioni. Maglia nera del mese è invece Intesa Sanpaolo, con deflussi superiori ai 2,4 miliardi di euro

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