Squire (Schroders): “Il ritorno dei bond, gli high yield di nuovo interessanti”

Cosa mettere in portafoglio?
È tornato interessante il segmento high yield che riveste un ruolo fondamentale come investimento strategico e come allocazione principale in un portafoglio ben diversificato. Storicamente, hanno fornito rendimenti simili a quelli delle azioni, ma con una minore volatilità. Gli investitori sono stati in grado di apprezzare gran parte del suo valore nel tempo mantenendo un’allocazione a lungo termine e sfruttando il potenziale effetto di capitalizzazione dei pagamenti regolari delle cedole.
Cosa ha resto questa asset class di nuovo interessante?
Il grande repricing del 2022. Il dato chiave è che il rendimento del mercato degli hy europei è passato da appena il 2,8% di inizio anno all’8% di oggi. Questo dato fornisce protezione dal rischio di ribasso e da un eccesso di volatilità. In sintesi, si è ben prezzati per l’assunzione di rischio ma protetti rispetto alla volatilità del segmento azionario.
Quali settori sono da considerare?
In particolar modo il bancario, presenta buoni utili, robusti flussi di cassa e beneficia in particolar modo del repricing quindi le valutazioni, oggi, sono molto interessanti e competitive. Quindi dal breve al medio termine non mi farei scappare queste opportunità. Non presenta crisi dei fondamentali. A seguire l’healthcare, settore molto solido mentre sarei più cauto sul comparto della chimica, su energy e industriali. Ovvero ci sono ottime opportunità ma con un’ottica molto selettiva.
La debolezza socio-economica dell’Europa non la spaventa?
Occorre guardare alla propria tolleranza verso il rischio. C’è un premio sul rischio geopolitico a livello di portafoglio che si può assumere. Quindi sì, il momento è complesso e tendenzialmente recessivo però ci sono strumenti (come il TPI) che proteggono contro il rischio di frammentazione.
Quale previsione per i rendimenti obbligazionari?
Fluttueranno a causa dei tagli al gas russo, dei rialzi dei tassi delle banche centrali e dei dati economici che continueranno a provocare volatilità nei prossimi mesi. I fondamentali economici dell’Europa suggeriscono che i rendimenti e gli spread potrebbero aumentare nel breve termine, il che giustifica la cautela. Tuttavia, questi fattori pongono anche le premesse per un picco dei rendimenti e degli spread a breve, che rappresentano dei trigger point importanti per gli investitori nel valutare le tempistiche nell’allocazione. Questo approccio indica un interessante punto di ingresso da cui gli investitori possono generare interessanti rendimenti a lungo termine. Le società europee stanno insomma gestendo il grande disordine che c’è e, da una prospettiva puramente finanziaria, questo quindi è un buon momento per prendere il rischio, anche sull’Italia.
C’è dunque qualche titolo italiano nel portafoglio…
Sì. Nexi è un buon esempio. E ancora, Intesa Sanpaolo, UnipolSai assicurazioni, Autostrade per l’Italia.
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