In un contesto di mercato incerto e di difficile analisi per gli investitori, lo spettro dell’inflazione continua imperterrito ad aleggiare, nonostante tardi ad arrivare e la si attenda un po’ come si aspettava Godot nella celebre opera teatrale di Samuel Beckett. “Ad inizio 2023 le previsioni indicavano la recessione come imminente, ma guardando alle performance attuali del mercato azionario sembra più di essere all’inizio di un bull market” ha detto Gianluca Ungari.
Una situazione inattesa che merita quindi di essere indagata più a fondo: “Analizzando l’andamento dell’indice S&P500, la maggior parte della performance è concentrata negli otto migliori titoli delle mega cap del tech, mentre la performance delle altre 492 società è piatta”. Il grande interesse per il settore dell’intelligenza artificiale, quindi, si conferma anche sui mercati, prendendo come esempio la performance di Nvidia: “Da inizio anno ha registrato delle performance al di sopra del 150%. Lo scorso anno, invece, il titolo era arrivato a perdere il 70%”. Il contesto di difficile interpretazione, quindi, proseguirà anche nei prossimi mesi, da cui forse però si potrebbe iniziare lentamente a trarre qualche conclusione in più: “Non ci si aspettava che la crescita e i consumi rimanessero resilienti nonostante i rialzi dei tassi, e che il mercato del lavoro rimanesse solido. Negli Stati Uniti la Fed ha operato rialzi pressoché costanti, ma la fine di questo ciclo rialzista sembra vicina. In Europa il picco dell’inflazione è stato raggiunto, ma la Bce pare avviarsi verso un altro rialzo”.
Matteo Villani, invece, si è concentrato sull’analisi del primo trimestre: “Il 2023 è iniziato all’insegna di portafogli caratterizzati da una posizione neutrale e corti di duration, a causa dei timori causati dalla lotta delle banche centrali all’inflazione. Si è tornati all’obbligazionario, e una particolare attenzione l’ha ottenuta anche l’equity americano”. Cosa aspettarsi, quindi? “Prevediamo che la prossima tematica riguarderà il multi-asset, anche a causa della mancata diversificazione offerta nel 2022. In generale oggi un’esposizione multi-asset ha senso qualsiasi sia la view sull’andamento complessivo dei mercati”.